Che sta succedendo in Libia
Lo Stato Islamico sta avanzando nella città di Sirte e il ministro degli Esteri italiano Gentiloni ha detto che "l'Italia è pronta a combattere"
Venerdì 13 febbraio il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha detto che in Libia «l’Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale», visto che la situazione nel paese si sta deteriorando. È la prima volta che un membro così importante del governo italiano accenna alla possibilità che l’Italia intervenga militarmente in Libia, dove da mesi il vuoto di potere che si è creato in seguito alla caduta del dittatore Muammar Gheddafi si è trasformato in una violenta e complicata guerra civile.
La situazione in Libia è peggiorata ulteriormente in questi giorni. L’agenzia di stampa AFP ha detto che un gruppo di miliziani islamici affiliato allo Stato Islamico (o ISIS) ha preso il controllo di una stazione radio nella città di Sirte, nella parte centro-settentrionale del paese. Secondo alcuni residenti intervistati da AFP, la radio ha trasmesso versi del Corano e discorsi di Abu Bakr al Baghdadi, il leader dello Stato Islamico. AFP dice che l’IS potrebbe cercare di occupare Sirte, ma per farlo dovrebbe scontrarsi con i miliziani che già hanno il controllo della città.
Le milizie che hanno annunciato la loro fedeltà allo Stato Islamico erano già state coinvolte in diverse azioni molto violente nella zona intorno a Sirte. Nell’ultimo numero della rivista dello Stato Islamico, “Dabiq”, sono state pubblicate alcune fotografie che mostrano 21 egiziani copti che sarebbero stati presi in ostaggio proprio nella zona di Sirte. Il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha detto di seguire molto da vicino la questione e ha chiesto a tutti gli egiziani di lasciare la Libia. In seguito agli avvenimenti di questi giorni, anche l’ambasciata italiana ha chiesto ai cittadini italiani di lasciare il paese. Non è la prima volta che succede, visto che il ministero degli Esteri da un anno pubblica ogni mese un aggiornamento sulla situazione libica e suggerisce ai cittadini italiani di abbandonare la Libia.