Scelte dal tuttora direttore del Post tra le innumerevoli del leggendario chitarrista inglese, che oggi compie 80 anni

Dieci canzoni di Eric Clapton

25 anni dopo il primo “Final Destination”, a maggio uscirà il sesto episodio della saga horror che ebbe un gran successo commerciale

«La morte è un’implacabile st*****»

La “ghiblificazione” delle immagini tramite ChatGPT solleva una questione che non riguarda solo il diritto d’autore, ma l’idea di arte che promuove

Cosa c’è di «disgustoso» nei disegni alla Miyazaki fatti con l’AI

Sempre di più raccontano le storie in modo didascalico e ripetitivo, evitando di soffermarsi su piani simbolici o allusivi

I film letterali funzionano

“The Studio” di Seth Rogen è una satira su Hollywood piena di situazioni assurde ma plausibili, molti cameo e qualche esagerazione

La serie di cui parla chi fa cinema

In occasione di Pensavo Peccioli, il festival a cui collabora il Post, sarà inaugurata anche una mostra di uno dei più importanti illustratori italiani

Il “fantastico altrove” di Lorenzo Mattotti

Dal 2027 il festival più importante del cinema indipendente lascerà la sua storica sede nello Utah e si farà a Boulder, in Colorado

Il Sundance Film Festival si sposta

Col successo di “Grey's Anatomy”, iniziato vent'anni fa, l'autrice e produttrice statunitense ha cambiato la tv e non sembra volersi fermare

L’impero televisivo di Shonda Rhimes

Quando uscì il primo film era qualcosa di mai visto in Italia, e da allora non se n'è mai andato dalla cultura popolare

Citiamo le invenzioni di “Fantozzi” anche cinquant’anni dopo

Come promesso da Ted Turner nel 1980: «Esclusi i problemi al satellite, chiuderemo le trasmissioni soltanto alla fine del mondo»

Il video che CNN trasmetterà alla fine del mondo

Per ragioni evolutive l'abbiamo sempre allontanata il più possibile, ma ci sono anche degli svantaggi che iniziano a vedersi

Non abbiamo mai voluto avere niente a che fare con la nostra cacca

È vero che si resta ancora coscienti per qualche secondo dopo avere perso la testa? Cosa dice la scienza, e cosa può insegnarci un pollo

Cosa succede dopo la decapitazione

<p>Fino al 29 marzo Villa Panza, a Varese, <a href="http://www.wimwendersvillapanza.it/la-mostra.html">ospiterà</a> la mostra &#8220;<em>Wim Wenders. America&#8221;</em>, che raccoglie 34 fotografie realizzate dal regista tedesco <a href="https://www.ilpost.it/tag/wim-wenders/">Wim Wenders</a> dalla fine degli anni Settanta al 2003. La mostra è dedicata al suo amico Dennis Hopper – <a href="https://www.ilpost.it/2010/05/29/chiedi-chi-era-dennis-hopper/">attore</a> e <a href="https://www.ilpost.it/2014/08/03/dennis-hopper-fotografie/">fotografo</a>, morto nel 2010 – e al pittore americano <a href="https://www.ilpost.it/tag/Edward-Hopper/">Edward Hopper</a>, ed è curata da Anna Bernardini, direttrice della Collezione Panza. Villa Panza è un posto bellissimo: una villa neoclassica del Settecento gestita dal FAI che ospita una grande collezione di arte contemporanea. Wenders ha detto: «considero Villa Panza un luogo che rappresenta il cuore della cultura europea e al tempo stesso, grazie alla collezione Panza, l&#8217;unione tra l&#8217;Europa e l&#8217;America nella sua piena espressione. Non avevo mai pensato a una mostra dedicata all&#8217;America, ma questo luogo me l&#8217;ha ispirata e penso sia stato un grande privilegio poterla fare».</p>

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<p>Si tratta soprattutto di fotografie di grande formato che ritraggono vasti spazi, luoghi abbandonati («è come se diventassi un ponte tra il momento in cui erano vivaci e animati e il presente, che li vede dimenticati, misconosciuti»), soprattutto nell&#8217;Ovest, con i suoi colori accesi: «Trovavo assurdi tutti quei colori. Avevo problemi ad accettarli, figurarsi a pensare che fossero reali. Eppure eccoli lì, proprio di fronte a me! Dovevo solo imparare ad accettarli&#8230; Così cominciai a fotografarli per abituarmi a loro e alla fine essere in grado di includerli nel film che volevo girare in quel paesaggio, <em>Paris, Texas</em>», spiega Wenders in un&#8217;intervista a Francesco Zanot pubblicata nel catalogo della mostra.</p>
<p>Tra le immagini ci sono un supermercato della catena Safeway in Texas, una fila di negozi vuoti e colorati a Las Vegas, il palazzo della società petrolifera Entrance a Houston, e una serie di fotografie scattate l&#8217;8 novembre del 2001 a Ground Zero, a New York, dopo gli attentati alle Torri Gemelle. Wenders ha raccontato così quell&#8217;esperienza:</p>
<blockquote><p>«Avevo portato la mia macchina fotografica panoramica, per essere in grado di cogliere l&#8217;ampiezza del luogo, e la natura stessa delle foto che scattavamo ci costringeva a rivolgere lo sguardo soprattutto verso il basso. All’improvviso vidi una luce diversa splendere attraverso la polvere e il fumo. Sollevai lo sguardo e mi resi conto che il riflesso del sole aveva immerso per qualche istante Ground Zero in una luce accecante. Era ancora mattina, e fino a quel momento i grattacieli intorno avevano impedito ai raggi del sole di illuminare direttamente lo spazio rado di Ground Zero. Ma adesso gli edifici circostanti contribuivano a deviare la luce. Anche gli operai lo notarono. Vidi Joel [Meyerowitz, il fotografo che aveva ricevuto dal comune di New York il compito di fotografare la macerie, ndr] guardare su, incredulo, borbottando di non aver mai visto nulla di simile in tutti i suoi giorni “di servizio”. Non durò a lungo, e il sole scomparve di nuovo. Ma in quei momenti, nelle poche foto scattate con quella luce, mi sembrò di essere il testimone di un messaggio che il luogo stesso ci consegnava. Era un messaggio di pace. Quel luogo aveva visto un orrore indicibile. Ma ora, per un attimo, mostrava un lampo di bellezza surreale che voleva dire: “Il tempo guarirà le ferite! Questo luogo guarirà! Questo paese guarirà! Ma tutto ciò non deve essere la causa di altri morti! Non lasciamo che questo diventi motivo di ulteriori orrori&#8230;”. Questo è ciò che ho capito mentre scattavo le mie foto in quegli attimi beati. E sì, spero di aver immortalato quel messaggio».</p></blockquote>
<p>Wim Wenders è nato a Düsseldorf nel 1945 ed è considerato tra i principali esponenti del Nuovo Cinema Tedesco, famoso sopratutto per <em>Lo stato delle cose</em>, <em>Paris, Texas</em> (che vinse la Palma d’Oro al festival di Cannes nel 1985) e <em>Il cielo sopra Berlino</em> (premio per la miglior regia a Cannes nel 1987).</p>

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wim wenders

Vicino a Four Corners, in California, 1986
@ Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren.

Wim Weders

<p>Vicino a Four Corners, in California, 1986<br />
@ Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren.</p>


Wim Wenders_1

<p>Odessa, Texas, 1983<br />
@ Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren.</p>


<p>New York, 8 novembre 2001<br />
@ Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren.</p>


<p>Blue Range, a Butte, in Montana, nel 2000<br />
@ Wim Wenders/Wenders Images/Verlag der Autoren.</p>


Fino al 29 marzo saranno esposte in un posto bellissimo di Varese 34 fotografie scattate in America dal famoso regista tedesco

Le foto di Wim Wenders a Villa Panza

Le foto di Wim Wenders a Villa Panza

Le foto di Wim Wenders a Villa Panza

Le foto di Wim Wenders a Villa Panza

Le foto di Wim Wenders a Villa Panza