29 migranti sono morti in mare a Lampedusa
Si trovavano su una barca soccorsa ieri notte dalla Guardia Costiera, sono morti di ipotermia: alcuni dopo essere stati soccorsi
Nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 febbraio la Guardia Costiera italiana ha soccorso una barca partita dalla Libia e finita alla deriva al largo dell’isola di Lampedusa a causa delle brutte condizioni del mare e del tempo. Il barcone aveva a bordo 105 migranti, 29 dei quali sono morti per ipotermia a causa del freddo e del viaggio; 15 sono ancora in gravi condizioni. Le informazioni che arrivano da Lampedusa sono ancora piuttosto incerte e le cifre potrebbero cambiare nelle prossime ore.
Nel pomeriggio di domenica 8 febbraio era arrivata una chiamata da un telefono satellitare alla Guardia Costiera di Roma per segnalare la posizione del barcone: due mercantili che si trovavano in zona, il Bourbon/Argos e il Saint Rock, erano stati allora dirottati nell’area per soccorrere i migranti. Due motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa sono poi arrivate sul luogo alle 22, hanno completato il trasbordo dei migranti in nottata – 7 dei quali erano già morti a causa dell’ipotermia – e sono ripartite verso l’isola, dove sono arrivate nella giornata di lunedì 9 febbraio dopo un difficoltoso viaggio a causa del mare grosso.
Durante il viaggio per tornare a Lampedusa sono morte altre 18 persone, come ha confermato Piero Bartolo, direttore sanitario della guardia medica dell’isola. Si sta pensando di trasferire i migranti in gravi condizioni con un’eli-ambulanza, poiché a Lampedusa c’è soltanto un poliambulatorio. Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha detto: «I 366 morti di Lampedusa non sono serviti a niente, le parole del Papa non sono servite a niente, siamo tornati a prima di Mare Nostrum. È la realtà».