Ora Boko Haram attacca in Niger
Due attacchi sono stati respinti e circa 100 miliziani sono stati uccisi, ma il gruppo è considerato il più pericoloso dall'inizio dell'anno, davanti anche all'IS
Venerdì 6 febbraio il gruppo estremista islamico Boko Haram ha attaccato per la prima volta una città del Niger, uno stato africano confinante con la Nigeria, dove fino ad ora sono avvenuti la maggior parte degli attacchi del gruppo. I militanti di Boko Haram hanno attraversato il fiume Yobe, che divide i due stati, e hanno attaccato Bosso, una città isolata dove si trovano migliaia di nigeriani che hanno dovuto abbandonare le proprie case per gli attacchi di Boko Haram (100 mila, secondo il governo del Niger).
Il governo del Niger ha detto che l’esercito ha ucciso circa 100 soldati di Boko Haram. Alla fine i ribelli sono stati respinti dopo almeno tre ore di combattimento. Un testimone ha raccontato ad Associated Press che gli aerei dell’esercito del Niger e del Ciad stanno sorvolando la zona, e che i soldati stanno perlustrando le strade. Sempre venerdì Boko Haram ha sparato almeno quattro colpi di mortaio su Diffa, un’importante città nel sud-est del Niger, ma secondo le prime testimonianze non ci sono stati né morti né feriti. Tra mercoledì e giovedì Boko Haram ha anche attaccato la città di Fotokol, in Camerun: secondo alcuni funzionari del Camerun sono morte quasi cento persone e circa cinquecento sono rimaste ferite, prima che l’esercito riuscisse a respingere i ribelli.
Lunedì il parlamento del Niger dovrebbe decidere se unirsi alla coalizione contro Boko Haram che vede coinvolti gli eserciti della Nigeria, del Ciad e del Camerun: il 31 gennaio Boko Haram aveva diffidato il Niger dal farlo, minacciando che si sarebbe vendicato se lo stato si fosse unito alla coalizione. Il messaggio di Boko Haram trascritto da SITE – società di consulenza e di ricerca che si occupa di cose legate al terrorismo – diceva: «Il governo del Niger condurrà il paese in un tunnel oscuro, se si unisce alla coalizione di Ciad e Camerun contro di noi; impiegherà i suoi figli in una guerra da cui non ha niente da guadagnare eccetto che il fatto di combattere contro Allah e contro il suo Profeta». Il New York Times scrive che fino ad ora il Niger ha fatto attenzione a non provocare i ribelli di Boko Haram, che secondo gli esperti si sono infiltrati efficacemente a Diffa.
Nella scorsa settimana gli eserciti di Ciad e Camerun hanno condotto alcuni attacchi contro i ribelli di Boko Haram: è stata riconquistata la città di Gamboru Ngala, che da mesi era sotto il controllo dei ribelli, in un combattimento in cui sono morti più di duecento militanti estremisti. Sempre la scorsa settimana l’Unione Africana ha autorizzato l’impiego di 7500 nuovi soldati di Nigeria, Niger, Ciad, Camerun e Benin, a cui l’ONU e la Francia hanno offerto appoggio logistico e rifornimenti. L’attività di Boko Haram negli ultimi mesi si è intensificata notevolmente, e gli attacchi fuori dalla Nigeria stanno aumentando. IntelCenter, una società privata statunitense che offre i suoi servizi alle agenzie di intelligence, ha pubblicato un grafico con la pericolosità dei gruppi terroristici sulla base delle loro attività nei 30 giorni precedenti al 28 gennaio, ordinandoli sulla base di un indice che prende in considerazione il numero di persone uccise e ferite, gli incidenti e gli allarmi provocati e il volume di messaggi, foto e video diffusi: Boko Haram è il primo gruppo della classifica, con un punteggio di 2245 punti, davanti allo Stato Islamico.