Il Qatar si è comprato la pallamano, quasi
Ha organizzato i Mondiali, ha costruito una squadra fortissima con giocatori di altre nazionalità, è arrivato secondo, si è comprato persino i tifosi (e forse anche gli arbitri, accusano alcuni)
Il Qatar, un piccolo e ricchissimo paese della penisola araba, ha ospitato nei giorni scorsi la 24esima edizione dei Mondiali di pallamano. Per quanto la pallamano non sia uno sport particolarmente popolare o praticato nei paesi arabi, il Qatar ha avuto l’incarico di assegnare la competizione grazie ai suoi grandi investimenti nelle strutture sportive per il torneo. La nazionale del Qatar è anche arrivata seconda ai Mondiali, ma solo grazie a un’estesa campagna di “naturalizzazione” di giocatori stranieri e – secondo alcuni – grazie a un arbitraggio favorevole.
Il secondo posto del Qatar – paese che nel 2022 ospiterà i Mondiali di calcio, nonostante le numerose accuse di corruzione e lo scarso riconoscimento dei diritti umani per i lavoratori stranieri del paese – è arrivato fra la sorpresa di molti: in tutto il torneo la squadra è stata sconfitta solo due volte, l’ultima dalla Francia per 25-22 nella finale giocata l’1 febbraio. È la prima volta che una nazionale non europea riesce ad arrivare fra le prime tre del torneo, che si tiene dal 1938: e prima dell’inizio dei Mondiali quella del Qatar era la 32esima squadra del ranking mondiale delle nazionali di pallamano (per capirci: è come se Israele, la 32esima squadra del ranking FIFA, fosse arrivata seconda ai Mondiali di calcio).
C’è un trucco, però: grazie a una regola della federazione della pallamano, che permette ai giocatori che negli ultimi tre anni non hanno disputato partite con la propria nazionale di giocare per un altro paese, nel corso del 2014 molti forti giocatori di pallamano sono stati tesserati da squadre del Qatar e hanno preso la nazionalità qatariota, ottenendo quindi la possibilità di giocare per la nazionale.
In questo modo il Qatar ha messo insieme una squadra piuttosto forte, fra giovani promesse che ancora non avevano giocato per la propria nazionale e giocatori più “pronti”: fra gli altri, nella rosa del Qatar di pallamano sono ora compresi il 18enne qatariota-montenegrino Jovo Damjanović e il forte portiere Danijel Šarić, l’unico tesserato da una squadra di club non qatariota, e cioè il Barcellona. Šarić, che ha 37 anni, aveva smesso nel 2011 di giocare con la propria nazionale, la Bosnia, e di conseguenza era diventato “tesserabile” dalla nazionale qatariota. L’allenatore della squadra, il 61enne spagnolo Valero Rivera López, è stato assunto dalla nazionale dopo che ha allenato la Spagna, che nel 2013 aveva vinto la penultima edizione dei Mondiali di pallamano.
Il Qatar era arrivato secondo nella fase a gironi, perdendo una sola partita contro la Spagna. Nella fase a eliminazione diretta, poi, ha sconfitto nazionali tradizionalmente più forti come l’Austria, la Germania e la Polonia (storicamente, la pallamano è molto più diffusa in Europa che nel resto del mondo). Dopo la sconfitta agli ottavi di finale per 29 a 27, il portiere dell’Austria Thomas Bauer ha detto: «non credo abbia senso che una cosa del genere avvenga durante i Mondiali. Sembra di giocare contro la nazionale “Resto del mondo”». In finale, comunque, la Francia ha dominato la partita e vinto 25-22.
Il secondo posto del Qatar, nonostante la naturalizzazione di molti buoni giocatori, è comunque arrivato a sorpresa: Christer Ahl, un ex arbitro della federazione, ha detto che un certo arbitraggio favorevole al Qatar «ha contribuito sostanziosamente, secondo molti osservatori neutrali, ad aiutare il Qatar a vincere partite molto combattute». Come scrive Slate, «durante e dopo le partite a eliminazione diretta tutte e tre le squadre eliminate si sono lamentate per l’arbitraggio parziale». Il capo degli arbitri di pallamano della federazione ha ammesso gli errori degli arbitri ma ha negato che ci siano stati episodi di deliberato favoritismo.
Il Qatar, durante i Mondiali di pallamano, è stato inoltre accusato di aver convinto circa 60 tifosi spagnoli a venire in Qatar per tifare la nazionale qatariota. Samuel Ruiz, il capo di un gruppo di tifosi “assunti” dal Qatar, aveva detto a metà gennaio: «ci pagano il volo, l’alloggio, la pensione completa in un bell’albergo, e ci permettono di assistere a tutte le partite dei Mondiali. È una buona offerta, in cambio del sostegno durante le loro partite: anche nel caso giochino contro la Spagna. È tutto pagato dal Qatar, quindi tiferemo per loro».