La liberazione di Peter Greste
Il giornalista australiano di al Jazeera arrestato in Egitto nel dicembre 2013 e condannato a 7 anni di carcere è stato portato in aeroporto e imbarcato su un aereo per l'Australia
Il giornalista australiano Peter Greste è stato liberato dalla prigione egiziana nella quale si trovava da più di un anno ed è stato espulso dal paese. La polizia lo ha accompagnato a un aeroporto del Cairo e lo ha imbarcato su un volo diretto a Cipro. Da lì, Greste dovrebbe proseguire per l’Australia. Greste, corrispondente di al Jazeera in Egitto, era stato arrestato nel dicembre 2013 con l’accusa di avere diffuso false informazioni e di avere appoggiato i Fratelli Musulmani, il gruppo politico-religioso considerato oggi un movimento terroristico dal governo. Per queste accuse, nel giugno del 2014 Greste era stato condannato a sette anni di carcere.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, entro pochi giorni dovrebbe essere liberato anche Mohamed Fahmy, il capo dell’ufficio di corrispondenza di al Jazeera al Cairo, di origini egiziane e canadesi. Fahmy venne arrestato e poi condannato insieme a Greste e ad un terzo giornalista, Baher Mohamed, produttore televisivo egiziano, di cui al momento non si hanno notizie. Tutti e tre i giornalisti hanno sempre negato le accuse che sono state rivolte loro dal governo, sostenendo che durante il loro soggiorno in Egitto si sono limitati a svolgere il loro lavoro di giornalisti. Mostefa Souag, direttore di al Jazeera, ha diffuso un comunicato dicendo di essere soddisfatto per la liberazione di Greste, ma che «non si fermerà» fino a che anche gli altri due giornalisti non saranno liberati.
‘Egyptian authorities have it in their power to finish this properly today, and that is exactly what they must do’ pic.twitter.com/LTJjhao9U8
— Anthony De Rosa (@AntDeRosa) February 1, 2015
Lo scorso novembre, il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi, ex maresciallo e capo di stato maggiore dell’esercito egiziano, aveva dichiarato che avrebbe preso in considerazione l’ipotesi di perdonare i due giornalisti stranieri (non Baher Mohamed, quindi). Alcune settimane fa la Corte di Cassazione egiziana ha ordinato di ricominciare il processo nei confronti di tutti e tre i giornalisti. Greste, Fahmy e Mohamed erano stati arrestati dopo le grandi proteste cominciate in seguito al colpo di stato compiuto dall’esercito egiziano nell’estate del 2013 contro l’allora presidente Mohamed Morsi, appartenente ai Fratelli Musulmani. Il nuovo governo che si è insediato dopo il colpo di stato ha spesso accusato al Jazeera di parteggiare per i Fratelli Musulmani. La credibilità di al Jazeera aveva subito un brutto colpo anche lo scorso luglio, quando ventidue giornalisti si erano dimessi accusando la rete di raccontare gli eventi in Egitto in maniera parziale e lontana dalla realtà.