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  • Mercoledì 28 gennaio 2015

Gli arresti contro la ‘ndrangheta in Emilia

I carabinieri hanno arrestato più di 160 persone per vari presunti reati, tutti con l'aggravante dell'associazione mafiosa

Foto LaPresse - Marco Cantile
19/01/2015 Napoli, Italia
Cronaca
Insegnante maltratta alunni in scuola primaria a Parete. I Carabinieri attraverso l'uso di telecamere nascoste riprendono i maltrattamenti subiti dai bambini.
Foto LaPresse - Marco Cantile 19/01/2015 Napoli, Italia Cronaca Insegnante maltratta alunni in scuola primaria a Parete. I Carabinieri attraverso l'uso di telecamere nascoste riprendono i maltrattamenti subiti dai bambini.

I carabinieri hanno condotto un’operazione contro la ‘ndrangheta in Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Sono state arrestate più di 160 persone, 117 solo in Emilia Romagna. Tra i reati presunti ci sono estorsione, usura, detenzione illegale di armi, emissione di fatture per operazioni inesistenti: tutti commessi con l’aggravante dell’associazione mafiosa. Lo scorso dicembre, altre 59 persone erano state arrestate dopo un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano. L’associazione di stampo mafioso regolata dall’articolo ex 416bis era al centro anche dell’inchiesta chiamata “Mondo di mezzo” o “Mafia Capitale”, che sempre lo scorso dicembre, aveva coinvolto decine di persone ed era stata avviata dalla procura di Roma.

Maxi operazione dei carabinieri mercoledì mattina contro la ‘ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Migliaia i carabinieri impiegati. Centodiciassette gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti.

A coordinare l’inchiesta, denominata ‘Aemilia’, la procura distrettuale antimafia di Bologna, che ha ottenuto dal gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro. Tutti reati commessi con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Contestualmente, le procure di Catanzaro e Brescia – in inchieste collegate – hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l’ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la ‘ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 10:45 presso la procura di Bologna, alla presenza del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti.

C’è anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia) tra gli arrestati nella maxi operazione “Aemilia” contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Dda di Bologna ed eseguita dai carabinieri di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza. I carabinieri lo hanno prelevato dalla sua abitazione di Arceto di Scandiano (Reggio Emilia).

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