L’attacco all’hotel Corinthia di Tripoli
Almeno 9 persone sono morte dopo un assalto organizzato da alcuni uomini armati: fuori dall'albergo è esplosa un'autobomba
Martedì mattina un gruppo di persone armate ha attaccato il Corinthia Hotel di Tripoli, in Libia, un albergo molto frequentato da clienti stranieri. Citando le autorità libiche, Reuters ha riferito che nell’attacco sono morte almeno 9 persone e che alcune di loro sono dei cittadini stranieri. BBC dice che per ora sono state confermate le morti, dai rispettivi governi, di un cittadino statunitense e di un cittadino francese. Sul numero dei feriti non ci sono ancora conferme ufficiali, ma si parla di decine di persone. Gli assalitori hanno iniziato a sparare subito dopo essere entrati nell’albergo e avere raggiunto la zona della reception, mentre all’esterno è esplosa un’autobomba.
Le notizie dalla zona dell’attacco sono ancora molto confuse. Non si sa di preciso quanti fossero gli assalitori, anche se testimoni sul posto hanno parlato di tre-cinque persone. Subito dopo l’attacco molti clienti dell’albergo sono scappati raggiungendo il parcheggio sotterraneo, poco dopo è intervenuta la polizia, mentre la sicurezza interna dell’hotel ha disposto la sua chiusura. Secondo un testimone alcuni degli assalitori si sarebbero fatti esplodere, ma non è stato possibile verificare ancora la notizia.
Un account Twitter riconducibile allo Stato Islamico – l’organizzazione islamica sunnita che controlla parti di Iraq e Siria – ha rivendicato l’attacco al Corinthia Hotel, sostenendo di averlo organizzato per vendicare la morte di Abu Anas al-Libi, un jihadista libico sospettato per gli attacchi terroristici a due ambasciate statunitensi in Africa alla fine degli anni Novanta. Al Libi è morto il 2 gennaio negli Stati Uniti prima che iniziasse il processo contro di lui. Per ora non è ancora chiaro se la rivendicazione sia autentica.