Cristina Kirchner scioglierà i servizi segreti
La presidente dell'Argentina lo ha deciso dopo la morte del procuratore che stava indagando su di lei, che Kirchner ritiene "sospetta"
Durante un discorso alla tv nazionale argentina, la presidente argentina Cristina Kirchner ha detto che scioglierà i servizi segreti argentini creando una nuova riformata agenzia federale. La decisione di Kirchner è stata presa dopo la morte di Alberto Nisman, il procuratore che stava indagando sulla stessa presidente e su alcuni membri del governo e che era stato trovato morto il 19 gennaio nel suo appartamento di Buenos Aires poche ore prima che riferisse davanti a una commissione parlamentare sugli ultimi sviluppi della sua inchiesta. Giovedì Kirchner aveva detto di “essere convinta” che Nisman non si sia suicidato e che i servizi segreti argentini siano in qualche modo coinvolti.
Kirchner – che ha parlato seduta su una sedia a rotelle, per via di un recente infortunio – ha detto che il corpo dei servizi di intelligence ha mantenuto la stessa struttura che aveva durante gli anni della dittatura militare (che si è conclusa nel 1983) e che finora «non ha servito gli interessi nazionali». I servizi segreti argentini si chiamano Secretaría de Inteligencia (SI) e impiegano oltre 2.000 persone. La presidente ha detto che riunirà le due camere parlamentari in una sessione speciale il prossimo primo febbraio per discutere la riforma. Nella nuova agenzia federale il direttore e il vice direttore dovrebbero essere scelti dal capo dello Stato e dopo l’approvazione da parte del Senato (attualmente, invece, vengono indicati dal governo). La riforma dovrebbe anche precedere una modifica delle norme che regolano le intercettazioni telefoniche, trasferendone la competenza dai servizi segreti al procuratore generale.
La decisione di Kirchner è stata presa dopo la morte di Alberto Nisman, il procuratore che stava indagando sulla stessa presidente e su alcuni membri del governo e che era stato trovato morto il 19 gennaio nel suo appartamento di Buenos Aires poche ore prima che riferisse davanti a una commissione parlamentare sugli ultimi sviluppi della sua inchiesta. Nisman aveva accusato Kirchner, il ministro degli Esteri e altri funzionari del governo di avere cospirato per insabbiare un’indagine che si sarebbe dovuta occupare del coinvolgimento dell’Iran in un attentato a un centro ebraico di Buenos Aires avvenuto nel 1994, nel quale erano morte 85 persone e ne erano rimaste ferite almeno 200.
La procuratrice Viviana Fein, che è capo delle indagini sulla morte di Nisman tuttora in corso, ha detto che l’ipotesi più plausibile è il suicidio, almeno stando agli indizi raccolti finora. Fein non ha comunque escluso la possibilità che Nisman abbia ricevuto un qualche tipo di pressioni, minacce o istigazioni che lo avrebbero poi portato al suicido, ma dai risultati preliminari sull’autopsia diversi elementi suggeriscono che non c’è stato «alcun intervento» da parte di altre persone nei momenti in cui il procuratore è morto.
Giovedì scorso Kirchner aveva pubblicato un messaggio sul suo sito personale in cui diceva di “essere convinta” del fatto che Nisman non si sia suicidato e che i servizi segreti argentini siano in qualche modo coinvolti: la pistola usata da Nisman e ritrovata vicino al suo corpo gli era stata ad esempio prestata da Diego Lagormasino, sospettato di essere un agente segreto e ultima persona ad aver incontrato il procuratore mentre era vivo.
Secondo il governo, le accuse rivolte alla presidente fanno parte di un conflitto interno ai servizi segreti che ha portato anche al licenziamento di alcuni agenti. Lo stesso dossier presentato da Nisman non sarebbe stato scritto da lui, ma da una parte dell’intelligence; e la morte di Nisman sarebbe stata come minimo “incentivata” allo scopo di danneggiare Kirchner. Negli ultimi giorni in Argentina sono state organizzate diverse manifestazioni in ricordo di Nisman; migliaia di persone che hanno chiesto trasparenza sulle indagini per la sua morte.