Come sta andando il piano della BCE
Nei primi giorni dopo l'annuncio di Mario Draghi le borse sono cresciute e l'euro è sceso ai minimi da più di dieci anni: ma i tedeschi si sono molto arrabbiati
Giovedì 22 gennaio il governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, ha annunciato un piano per acquistare 60 miliardi di titoli di stato e di altro tipo ogni mese fino al 2016. Si tratta del famoso “quantitative easing” (QE, o “alleggerimento quantitativo”), l”intervento più atteso da parte della BCE dall’inizio della crisi finanziaria. In seguito all’annuncio di Draghi, le borse europee sono cresciute moltissimo, l’euro è sceso ai minimi storici e sono arrivate parecchie critiche dai politici e dalla stampa tedeschi.
Le borse
Venerdì 23 gennaio tutte le borse europee hanno chiuso in crescita: quelle che sono andate meglio sono state la borsa francese e quella tedesca, entrambe intorno al più 2 per cento. La borsa italiana ha chiuso con un risultato inferiore: più 0,24 per cento. L’indice regionale che riguarda tutta l’Europa, lo FTSEurofirst, ha chiuso venerdì a più 1,8 per cento, dopo aver chiuso giovedì a più 1,6 per cento (il guadagno più elevato dal 2011, quando cominciò la crisi in Grecia). Reuters scrive che le borse europee hanno raggiunto il loro valore massimo da sette anni a questa parte, cioè da quando nel 2008 è cominciata la crisi finanziaria negli Stati Uniti.
Gli effetti dell’annuncio di Draghi non si sono visti soltanto in Europa. Negli ultimi due giorni è aumentata anche la domanda di titoli di stato degli Stati Uniti, che hanno un rendimento ancora relativamente alto, soprattutto se si considera che il piano di Draghi avrà probabilmente la conseguenza di abbassare il rendimento dei titoli di stato europei. Quello che sta accadendo, in sostanza, è che i mercati prevedono che l’arrivo del nuovo denaro messo in circolazione dalla BCE porterà a un aumento della domanda per titoli ed azioni che a sua volta comporterà un aumento dei loro prezzi. Gli operatori, quindi, cominciano ad acquistare già ora, in modo da trovarsi in vantaggio nel prossimo futuro.
L’euro
Gli effetti della crescita delle borse e l’abbassamento di rendimento dei titoli di stato rischiano però di non avere un grande effetto sull’economia reale (il rendimento dei titoli di diversi paesi europei è già molto basso). Un altro grande effetto del piano, però, è quello sul cambio dell’euro con il dollaro: venerdì è sceso al livello più basso degli ultimi undici anni: oggi per comprare un euro sono necessari 1,11 dollari, la quantità più bassa dal 2004. Uno dei motivi è che gli operatori che comprano e vendono euro e dollari prevedono che in futuro grazie al piano di Draghi ci saranno più euro in circolazione e quindi il loro valore, probabilmente, scenderà. Secondo alcuni economisti intervistati dal Financial Times – come Reinhold Knaus, che lavora alla banca BNP Paribas – e dall’Economist, il valore più basso dell’euro potrebbe essere uno degli effetti più positivi del QE per l’economia reale dell’eurozona. Se l’euro perde valore, per i paesi al di fuori dell’eurozona diviene più conveniente comprare beni in euro. In altre parole, la svalutazione dell’euro potrebbe aiutare le esportazioni, che sono oggi il 44 per cento del PIL europeo.
Le reazioni in Germania
Negli ultimi giorni la stampa internazionale si è anche occupata delle diverse critiche della Germania all’annuncio di Draghi. Secondo il Financial Times, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto, in privato, di essere «costernata» dal piano di Draghi. Pubblicamente Merkel non ha commentato il piano, sottolineando invece la necessità per i paesi in difficoltà dell’eurozona di continuare a fare riforme per migliorare la loro economia. La stampa tedesca è stata meno discreta: giovedì Bild, il più diffuso quotidiano tedesco, ha titolato sul suo sito: «Che sta succedendo ai miei soldi? La banca centrale abolisce i miliardi di debito dei paesi malati dell’eurozona».
Sulla versione cartacea, Bild si domandava: «La banca centrale europea vuole distruggere i nostri soldi?» Un altro quotidiano, il Süddeutsche Zeitung, ha scritto che Draghi ha portato avanti il piano «nonostante tutte le critiche» che gli erano state fatte. Molti altri giornali tedeschi hanno titolato le loro edizioni in maniera simile, mentre alcuni parlamentari hanno annunciato di voler far causa contro la decisione della banca centrale che, secondo loro, sarebbe contraria alle leggi europee.
RT @sanderwagner: German Bild reaction: Are the ECB-Bankers destroying our money? pic.twitter.com/UXr7KGYTUP
— Deborah Cole (@doberah) 22 Gennaio 2015
Le critiche dei media e di alcuni politici tedeschi non sono una novità. Da anni all’interno della BCE i rappresentanti tedeschi si oppongono ai piani espansivi (cioè i piani che prevedono di creare nuova moneta). Secondo molti commentatori, diversi elementi del piano sono stati introdotti proprio per smussare alcune obiezioni dei tedeschi: ad esempio il fatto che solo il 20 per cento del rischio sul totale degli acquisti sarà a carico della BCE. Tra le ragioni per cui molti tedeschi sono contrari al piano c’è il timore che si inneschi una spirale di inflazione incontrollabile (per questo Bild ha scritto che la BCE vuole “distruggere i nostri soldi”). Altre critiche sono di ordine “morale”, per così dire. Il problema, secondo i critici, è che con il programma di acquisti si aiuterebbero i paesi in difficoltà dell’eurozona – come Spagna, Grecia, Italia e Portogallo – togliendo loro la pressione a fare le riforme necessarie a far ripartire la crescita. Si tratta della critica fatta proprio in questi giorni dal presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann.