Il 2014 è stato l’anno più caldo

Almeno dal 1880, anno cui risalgono i primi registri sulle temperature: e questa tendenza avrà un impatto “duro, diffuso e irreversibile” sull'umanità

Stando ai dati raccolti dalla NASA e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia federale statunitense che si occupa soprattutto di meteorologia, il 2014 è stato l’anno più caldo mai misurato, sulla base delle serie storiche registrate a partire dal 1880. Il 2014 ha superato tutti i picchi registrati in precedenza, compresi quelli del 1998, del 2005 e del 2010. I ricercatori della NASA hanno inoltre segnalato che, fatta eccezione per il 1998, tutti i dieci anni più caldi mai registrati si sono verificati a partire dal 2000. Le conclusioni di NASA e NOAA confermano quelle dell’Agenzia meteorologica del Giappone, che aveva definito il 2014 come l’anno più caldo sulla base dei suoi registri, che vanno indietro fino al 1891.

NASA e NOAA raccolgono separatamente i dati sulla temperatura, ma soprattutto per quanto riguarda gli ultimi decenni le loro stime sono pressoché identiche. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che il 2014 sia stato l’anno più caldo incrociando i dati delle due agenzie e facendo diverse verifiche.

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La temperatura superficiale degli oceani non è mai stata così calda quanto nel 2014 da quando esistono misurazioni affidabili in tema: proprio la più alta temperatura dei mari è stata la principale causa del record dello scorso anno. La temperatura al suolo è stata, in proporzione, meno alta, ma in alcune aree geografiche ha comunque raggiunto picchi con pochi precedenti.

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La NOAA ha realizzato una mappa che mostra i luoghi in cui la temperatura è stata nella media, al di sopra o al di sotto. Le aree rosso scuro, soprattutto sugli oceani, indicano i punti dove le temperature sono aumentate più sensibilmente. La mappa mostra un aumento notevole anche sull’Europa, con diversi record mai registrati prima. Nel nord-est degli Stati Uniti nel complesso la temperatura è stata al di sotto della media, soprattutto a causa di una anomala estensione verso sud del vortice polare, l’ampia area di bassa pressione che si trova al di sopra del Polo Nord e che nelle prime settimane del 2014 si rafforzò più del solito, trovando poi sfogo verso il Nord America.

Il record del 2014 ha comunque superato di pochi centesimi di grado centigrado quello che fino a oggi era al primo posto, e cioè il 2010. Secondo Gavin Schmidt, del Goddard Institute for Space Studies della NASA, “se hai un trend nel lungo periodo di aumento della temperatura, finisce che ogni tanto ti ritrovi con un nuovo record: è ciò che ci si aspetta ed è ciò che continuerà ad accadere perché il tasso di riscaldamento globale non è cambiato”.

Nei suoi rapporti più recenti l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’organizzazione intergovernativa che si occupa dello studio del cambiamento climatico per conto delle Nazioni Unite, ha scritto chiaramente che il riscaldamento globale è principalmente causato dall’uomo e che avrà un impatto “duro, diffuso e irreversibile” con cui l’umanità dovrà fare i conti. Secondo l’IPCC per evitare il peggio si dovranno abbandonare almeno entro il 2100 i combustibili fossili: completamente. I nuovi dati diffusi da NASA e NOAA saranno sicuramente discussi nei prossimi mesi dagli esperti sul clima, e saranno una delle basi per l’attesa conferenza di fine anno di Parigi dove i principali leader del mondo dovranno stipulare un nuovo accordo per ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera.