L’attacco suicida di una bambina a un mercato in Nigeria
Non c'è stata rivendicazione, ma tutti credono che sia responsabile Boko Haram (e potrebbe essere una nuova strategia)
Venerdì 10 gennaio attorno a mezzogiorno c’è stata un’esplosione a un affollato mercato di Maiduguri, capitale di Borno, uno stato del nord-est della Nigeria: nell’esplosione sono morte almeno venti persone, e molte altre sono rimaste ferite. Secondo quanto scrivono i principali siti di news internazionali – che citano testimoni oculari, fonti della polizia e testimoni all’ospedale di Maiduguri – a compiere l’attacco è stata una bambina di circa dieci anni. Un funzionario della polizia ha detto a Reuters: «L’esplosivo era avvolto intorno al suo corpo, e la bambina non sembrava avere più di dieci anni». Il New York Times scrive che un dipendente dell’ospedale ha detto: «È una ragazzina: il corpo non può più essere riconosciuto, ma dal volto si vede che era una persona giovane».
Abubakar Faruq, un portavoce del servizio di vigilanza che era di turno al momento dell’attentato, ha raccontato che la bambina era stata fermata all’ingresso del mercato per essere perquisita: i metal detector installati all’entrata avevano rilevato qualcosa. La bambina aveva però opposto resistenza. Dopo che un vigilante aveva notato una sporgenza all’altezza della vita, la bomba era esplosa. Bakura Bashir, un testimone che si trovava al mercato al momento dell’attentato, ha raccontato: «Questa bambina probabilmente non sapeva che stava trasportando una bomba a orologeria».
Nessun gruppo terrorista finora ha rivendicato l’attentato, ma tutti i giornalisti e gli esperti indicano come responsabile Boko Haram, il gruppo estremista islamico che vuole istituire un califfato in Nigeria. Da qualche mese Boko Haram ha iniziato a compiere attacchi suicidi fatti da donne: verso la fine dello scorso anno nello stesso mercato ci sono stati due attacchi compiuti da donne, che hanno ucciso decine di persone. La scorsa estate c’è stato un altro attacco suicida di una donna nella città di Kano. L’attacco di sabato, tuttavia, è stato probabilmente quello che ha coinvolto l’attentatrice più giovane di sempre.
Maiduguri si trova nella regione in cui Boko Haram sta cercando di rafforzare il suo potere: oltre allo stato di Borno, la regione comprende anche gli stati di Yobe e Adamawa. La scorsa settimana il gruppo ha attaccato Baga, una città a nord di Maiduguri. Passati diversi giorni dall’attentato, non è ancora chiaro quante persone siano state uccise: all’inizio si diceva 2000 morti, poi il numero è stato ridimensionato, e poi è stato cambiato di nuovo. Associated Press ha scritto che c’erano “centinaia di corpi – troppi per essere contati”, mentre Amnesty International ha definito l’attacco “forse il più letale di Boko Haram di sempre”. Venerdì il gruppo islamista ha invece attaccato la capitale dello stato di Yobe, Damaturu: sono stati incendiati diversi edifici e cinque soldati sono rimasti feriti. Sabato è stata fatta esplodere una bomba alla stazione di polizia di Potiskum, e due agenti sono morti.
Boko Haram ora ha attaccato e conquistato diverse città attorno a Maiduguri, circondandola: la scorsa estate aveva fatto la stessa cosa, ma poi – un po’ a sorpresa – il gruppo aveva deciso di non attaccare la capitale. Kashim Shettima, il governatore dello stato di Borno, prima dell’attacco di sabato aveva detto: «La strategia di Boko Haram è di soffocare la città, e farne la capitale del suo califfato. Ha conquistato tutte le città intorno. Boko Haram è meglio armato di come non lo sia mai stato».
Foto: Alcuni soldati nigeriani pattugliano una zona vicino a Maiduguri, nel 2013. (Quentin Leboucher/AFP/Getty Images)