Il presidente dello Sri Lanka ha perso
Il potente Mahinda Rajapaksa, che governava dal 2005, è stato sconfitto alle elezioni presidenziali da un suo ex alleato: Maithripala Sirisena
Maithripala Sirisena sarà il prossimo presidente dello Sri Lanka; ha battuto a sorpresa il presidente uscente, Mahinda Rajapaksa, di cui era alleato fino a pochi mesi fa e che cercava la rielezione a un terzo mandato presidenziale. Sirisena ha ottenuto il 51,2 per cento dei voti, mentre Rajapaksa è arrivato al 47,5 per cento. Nel comunicato che ha diffuso riconoscendo la sconfitta, Rajapaksa ha promesso che assicurerà «una rapida transizione dei poteri». L’affluenza ha superato il 70 per cento, non ci sono stati particolari incidenti durante il voto.
Rajapaksa ha dominato la politica dello Sri Lanka per dieci anni – era presidente dal 2005 – ed è da molti considerato il responsabile della fine della guerra civile; ma è stato molto criticato per il modo in cui concluse la guerra – è stato accusato di aver sterminato migliaia di civili appartenenti al gruppo etnico dei tamil – e anche per come ha accentrato il potere su di sé cercando di non privarsene. Rajapaksa non avrebbe potuto candidarsi a un terzo mandato presidenziale se non avesse fatto cambiare la Costituzione.
Maithripala Sirisena, che ha 63 anni, fino a pochi mesi fa era un suo alleato, ministro della Salute nel suo governo. Si definisce un contadino, parla solo singalese (una delle due lingue ufficiali del paese, l’altra è il tamil: sia Rajapaksa che Sirisena sono singalesi, il principale gruppo etnico in Sri Lanka) ed è molto popolare nelle zone rurali e tra i singalesi buddisti che sono anche la maggioranza nel paese. Sirisena ha promesso cambiamenti radicali nei primi cento giorni del suo governo, comprese diverse modifiche costituzionali: ha detto che metterà fine alla corruzione, che lavorerà per una società senza droghe, alcolici o sigarette e che darà sostegno ai più poveri.
Sirisena si è guadagnato il sostegno di personaggi politici rilevanti e di circa 40 partiti e gruppi politici: c’è per esempio il principale partito di opposizione United National Party; c’è il Jathika Hela Urumaya, partito guidato dai monaci buddisti, e c’è lo Sri Lanka Muslim Congress che riunisce i voti della comunità musulmana del paese; c’è la Tamil National Alliance che rappresenta la minoranza induista e di lingua tamil (musulmani e tamil insieme costituiscono quasi un quarto della popolazione con diritto di voto). Con Sirisena c’è, soprattutto, anche una parte della United People’s Freedom Alliance (coalizione attualmente al governo) a cui appartiene anche lo Sri Lanka Freedom Party, il partito del presidente uscente. Dei 161 parlamentari che fanno parte dell’alleanza, 23 hanno dichiarato il loro sostegno a Sirisena. L’Economist scrive che il tasso di defezione nei confronti di Rajapaksa in questa campagna elettorale è stato tra i più alti che si siano mai visti in Sri Lanka e costituisce anche la più importante novità degli ultimi anni.
foto: il nuovo presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena. (LAKRUWAN WANNIARACHCHI/AFP/Getty Images)