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Cosa fare a Milano secondo il New York Times

Primo giorno, ore 16

Per iniziare, il New York Times consiglia di farsi un giro in via Tortona, nei pressi della stazione della metro di Porta Genova (nella zona sud del centro) dove negli ultimi anni hanno aperto diversi piccoli negozi di oggetti di design. È una delle zone principali dove ogni primavera si tiene il Fuorisalone, una serie di iniziative pubbliche organizzate in concomitanza con il Salone Internazionale del Mobile. In particolare, il Times segnala Nonostantemarras, il negozio dello stilista e designer sardo Antonio Marras. Notevoli anche gli interni, racconta Williams: ci sono «alberi agghindati con luci, dipinti e mobili antichi, una libreria cilindrica con libri bizzarri, una serie di lampade appese al soffitto dentro a lunghi abiti bianchi dalle fantasie geometriche». Anche se non volete comprare niente, come probabile, è un bel posto per farsi una passeggiata.

(foto: pagina Facebook di Nonostantemarras)

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Cosa fare a Milano secondo il New York Times

Primo giorno, ore 18.30

Per l'aperitivo il Times consiglia il Ceresio7, un ristorante bar aperto da due anni in cima a un vecchio edificio in via Ceresio, vicino alla stazione di Porta Garibaldi. Il locale ha una terrazza con piscina da cui si vedono diversi grattacieli della zona. Lo spritz del posto – un cocktail con spumante, acqua frizzante e Solerno, un liquore di arance rosse – costa 15 euro, e durante l'aperitivo viene servito con vari antipasti ai salumi.

(foto: pagina Facebook Ceresio7)

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Primo giorno, cena

Per la cena, c'è il Carlo e Camilla in segheria, un ristorante di proprietà del noto cuoco italiano Carlo Cracco e ricavato da una ex segheria costruita nel 1929 dalla famiglia della designer Tanja Solci, che ha curato il progetto assieme a Cracco. Il ristorante non ha tavoli singoli ma un'unica lunga tavolata. Fanno anche aperitivi. La zona è piuttosto lontana dal centro, appena fuori dalla circonvallazione (la strada circolare che racchiude il centro di Milano). Secondo Williams si spende circa 100 euro per una cena per due: quindi per essere un posto "di Cracco" non ha un costo stellare.

(foto: pagina Facebook Carlo e Camilla in segheria)

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Cosa fare a Milano secondo il New York Times

Primo giorno, la serata

Il Times suggerisce tre locali per il dopo cena, due a sud del centro e uno a nord. Per delle birre artigianali buone e hamburger c'è il Lambiczoon, in via Friuli, vicino alla fermata Lodi della metro gialla. Per chi preferisce i cocktail ci sono le Fonderie Milanesi (molto hipster, con un bellissimo giardino) e Dry, che abbina cocktail notevoli e pizza fatta al momento.

(foto: l'interno delle Fonderie Milanesi, dalla loro pagina Facebook)

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Secondo giorno, ore 10

Per una visita mattutina si possono scegliere le Gallerie d'Italia, un museo che contiene le opere artistiche delle collezioni della Fondazione Cariplo e della banca Intesa Sanpaolo. L'ingresso è gratuito, e si entra da un bel palazzo che dà su Piazza della Scala, nei pressi del celebre teatro (vicino al Duomo). La collezione permanente ospita opere – fra gli altri – di Antonio Canova, Umberto Boccioni e Giovanni Segantini, tre fra gli artisti italiani più importanti fra Ottocento e Novecento.

(foto: pagina Facebook delle Gallerie d'Italia)

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Secondo giorno, pranzo

Ingrid K. Williams consiglia di visitare a pranzo la Cascina Cuccagna, una cascina poco distante dalla stazione della metropolitana di piazzale Lodi, a sudest del centro. È stata costruita nel Seicento e ristrutturata da circa tre anni: oggi ospita diverse iniziative culturali, proiezioni di film e presentazioni di libri. Ha un esteso e curato giardino, dove si trovano anche i tavoli del ristorante Un posto a Milano (dove fanno anche aperitivo e si mangia molto bene).

(foto: pagina Facebook della Cascina Cuccagna)

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Secondo giorno, ore 15

Evitando il Duomo e Santa Maria delle Grazie – dove è ospitato il celebre "Cenacolo" di Leonardo da Vinci – il Times consiglia di vedere altre tre chiese, tutte in centro: la basilica di Sant'Ambrogio, la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore e Santa Maria presso San Satiro.

(nella foto: la basilica di Sant'Ambrogio, Spada - LaPresse)

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Secondo giorno, ore 18

Per gli acquisti, evitando la congestionata zona di Montenapoleone (quella dei negozi degli stilisti famosi, dietro il Duomo), c'è per esempio "Cavalli e Nastri", un negozio di vestiti vintage di seconda mano che si trova, in via Brera 2, vicino al teatro La Scala e poco distante da Corso Vittorio Emanuele II, una delle vie più commerciali della città che termina in piazza del Duomo.

(foto: pagina Facebook Cavalli e Nastri).

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Cosa fare a Milano secondo il New York Times

Secondo giorno, cena

Sui Navigli, in un ristorante chiamato Taglio in via Vigevano: è uno dei posti più famosi in zona per il rapporto qualità prezzo (è spesso inserito in liste di posti economici ma buoni di Milano). Per un cocktail dopo cena, il New York Times consiglia di andare al Meg Cafè, poco distante: ma la zona è piena di posti molto diversi, fra cui birrerie e negozietti di street food che vendono piadine o panzerotti.

(nella foto, il Naviglio grande, ALDO MARTINUZZI/LAPRESSE)

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Terzo giorno, colazione

Per il New York Times bisogna andare al Pavè (parola che indica i grossi ciottoli che compongono il selciato di alcune vecchie strade di Milano): una pasticceria che si trova vicino alla stazione della metropolitana di Porta Venezia, poco più a nord del centro della città. Il Times lo definisce un locale «da Pinterest» per le qualità estetiche dei suoi dolci. Ma a Milano ci sono svariati altri posti che fanno buone colazioni, come si può intuire consultando il sito di The Breakfast Review (che recensisce la colazione di centinaia di locali).

(foto: pagina Facebook del Pavè).

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Terzo giorno, ore 12

Per finire si può visitare una delle mostre di Palazzo Reale, un bell'edificio che ospita mostre temporanee attaccato al Duomo, in pieno centro. Negli ultimi mesi ha ospitato mostre fra gli altri su Vincent Van Gogh, Marc Chagall e Giovanni Segantini.

(nella foto: l'interno di una sala di Palazzo Reale, GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)