Cosa ci vuole per fare politica
Michael Ignatieff è un rispettato docente universitario che ha fatto il leader politico in Canada: spiega che ci vogliono ambizioni smisurate e voglia di fare qualcosa che migliori la vita di tante persone
Repubblica ha pubblicato la traduzione di una lettera scritta da Michael Ignatieff, ex politico e noto accademico canadese, rivolta a un generico ragazzo che vuole fare politica. La lettera – che è stata pubblicata nella sua versione originale il 22 novembre 2014 sul sito del New Republic – racconta cosa ci vuole secondo Ignatieff per fare politica e dà alcuni consigli basati sulla sua esperienza come capo del Partito Liberale del Canada. Ignatieff – che è noto anche per il suo lavoro di opinionista – scrive che per fare politica ci vogliono “ambizioni smisurate, addirittura ridicole” e la voglia di fare qualcosa che migliori la vita di tante persone. E poi dice una cosa che non va troppo di moda di questi tempi: “la politica non è un volgare mezzo per raggiungere un obiettivo, ha nobiltà in sé”.
Caro amico, mi ha colpito che tu ti sia rivolto a me per avere un consiglio in vista del tuo ingresso in politica. Chi ha alle spalle una carriera politica difficile, crudele e breve — come la mia — è grato che qualcuno tenga in considerazione la sua opinione. Posso solo dire che il mio pensiero ha “l’autorità del fallimento”, come scrisse Francis Scott Fitzgerald.
Prima di tutto devi capire il perché di questo tuo desiderio. Non sai quanta gente entra in politica senza saper dire perché tiene tanto a farlo. Le motivazioni, in realtà, sono sempre le stesse: il desiderio di gloria e di fama, l’opportunità di fare qualcosa di importante, che davvero migliori la vita di tante persone. Devi far parte di quelli che hanno ambizioni smisurate, addirittura ridicole, che vogliono far valere le loro idee al di là di quella che può essere una conversazione intelligente attorno a un tavolo. Devi sentire una sorta di vocazione, essere convinto che sia assolutamente necessario fare qualcosa e che la persona giusta sei proprio tu.
Io avevo la vocazione della politica. Mi mancava però l’attitudine alla lotta politica. Gli attacchi li vivevo come affronti personali, il che è un grave errore. Non c’è mai niente di personale, sono solo affari. È così da sempre. Ci si può preparare al combattimento guardando gli incontri da assistente, dietro le corde del ring, come facevo io quando avevo vent’anni. Ma, credimi, quando sei tu a salire sul ring, il primo pugno ti lascia sempre sconvolto. È in quel momento, quando ti scuoti e ti riprendi, che capisci se il tuo primo istinto è combattere o scappare.
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