Le foto dei rifugiati siriani tra la neve
È nevicato parecchio, fa freddo e molti campi profughi non sono attrezzati per tenere al caldo un milione e mezzo di rifugiati
Oggi ha nevicato in molti paesi medio-orientali, provocando vari disagi in Israele, Siria, Giordania e in Libano, dove il gelo e la neve hanno creato problemi soprattutto agli 1,5 milioni di rifugiati siriani che vivono in campi e tendoni più o meno improvvisati. Il brutto tempo – forti venti e grandine lungo la costa, e neve all’interno del paese – ha distrutto molti rifugi, peggiorando ulteriormente le condizioni di vita delle persone che in molti casi non hanno modo di riscaldarsi. «Non c’è legna da ardere, non c’è benzina», ha detto per esempio Ali Eshtawi, un siriano scappato da Homs che ora vive in un campo in Libano, non lontano dal confine, dove 19 persone sono rimaste senza un posto in cui dormire dopo il crollo di tre tendoni.
Wissam Tarif, attivista per i diritti umani che si occupa soprattutto di rifugiati, ha detto che «il grado di miseria di quest’anno è ben più grave di quello scorso. Non vediamo da nessun’altra parte quello che c’è in Libano. Nevica anche in Turchia e in Giordania, ma sono molto più attrezzati di noi». Le foto sono state scattate soprattutto nella valle della Beqa’, che si estende verso la Siria, è circondata dalle montagne, e ospita circa 400 mila siriani. Le foto mostrano tendoni appesantiti da svariati centimetri di neve mentre qualcuno cerca di ripulirli – antenne paraboliche comprese –, e panni stesi ad asciugare ricoperti di pezzi di ghiaccio. E in tutto questo, famiglie che scherzano tra loro, ridendo e lanciandosi palle di neve, tra un tendone e l’altro.