L’intervista al costruttore della strada crollata in Sicilia
«Ecco, io proverei soprattutto a togliere di mezzo il termine crollo, perché c’è stato solo uno smottamento»
Eleonora Capelli ha intervistato per Repubblica Massimo Matteucci, presidente della cooperativa di costruzioni di Ravenna responsabile del tratto di strada tra Palermo e Agrigento su cui c’è stato un crollo che ne ha determinato la chiusura pochi giorni dopo l’inaugurazione.
«Era una cosa che non doveva accadere, anche laddove esistono problemi servono accorgimenti preventivi. Ma nella vita di un cantiere grande come quello di smottamenti simili ne succedono. Ecco, io proverei soprattutto a togliere di mezzo il termine crollo, perché c’è stato solo uno smottamento». Massimo Matteucci è presidente del Cmc di Ravenna, la più grande cooperativa di costruzioni d’Italia che guida il consorzio di imprese Bolognetta Scpa, formato con Tecnis e Ccc, che si è aggiudicato l’appalto per il grande cantiere da 220 milioni tra Palermo e Agrigento. Cantiere che ora è nell’occhio del ciclone per lo “smottamento” sulla strada inaugurata alla vigilia di Natale, proprio nel tratto ultimato con tre mesi d’anticipo. E proprio questa “velocità” nella consegna dell’opera per il presidente può essere tra le cause dell’accaduto.
Matteucci, che si tratti di crollo o smottamento, ma come è possibile che una strada nuova abbia resistito solo una settimana dal taglio del nastro?
«Guardi, quel tratto di strada è stato consegnato finito tre mesi prima del tempo, adesso penso che se ci fossimo presi il tempo, col senno di poi… Però questa è una tempesta in un bicchier d’acqua, e la nostra è un’impresa seria ».
Un’impresa seria che però ha fatto lavori frettolosi?
«Se ci lanciamo nelle ragioni che hanno provocato il crollo non ne veniamo fuori, io non sono né geologo né ingegnere. Io posso dire che se abbiamo sbagliato interverremo e lo metteremo a posto. Anzi, per il ripristino siamo già operativi».
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