La morte di Pino Daniele
Si è sentito male nella sua casa di campagna in Toscana ed è poi morto in ospedale a Roma: aveva 59 anni
Pino Daniele è morto a Roma domenica notte dopo essere stato soccorso d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio: aveva da poco avuto un malore mentre si trovava nella sua casa di campagna a Magliano, in provincia di Grosseto, ed era quindi stato trasportato in ospedale a Roma. Pino Daniele è stato uno dei più popolari musicisti e cantautori napoletani degli ultimi decenni e ottenne uno straordinario successo specialmente tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Il prossimo 19 marzo avrebbe compiuto 60 anni. Il funerale di Pino Daniele sarà celebrato mercoledì mattina a Roma, al Santuario del Divino Amore. Il direttore generale della Asl di Roma, Carlo Saitto, ha detto che al momento in cui il cantante è arrivato all’ospedale Sant’Eugenio a Roma era già in gravi condizioni ed è stato sottoposto a rianimazione cardiorespiratoria, ma dopo pochi minuti è morto, intorno alle 22:45.
La notizia della morte di Pino Daniele è stata confermata dal suo manager, Ferdinando Salzano, e da sua figlia Sara, che ha parlato di un “momento terribile” per la famiglia. Sulle cause del malore, il direttore generale dell’Asl Saitto ha detto di non conoscere e di non essere eventualmente neppure autorizzato a fornire le ragioni della “situazione critica” di Pino Daniele al momento in cui è arrivato in ospedale. Un suo amico ha detto di averlo sentito nei giorni scorsi e di aver saputo che proprio lunedì Pino Daniele era atteso all’ospedale Sant’Eugenio a Roma per una visita medica.
Pino Daniele era nato a Napoli il 19 marzo 1955, aveva iniziato a fare musica con il gruppo “Batracomiomachia” molto giovane e nel 1975 era passato a collaborare con diversi gruppi musicali e cantanti, accompagnandoli nei loro tour. Nel 1977 aveva pubblicato il suo primo disco, con numerosi riferimenti alla cultura popolare napoletana e alla sua musica, ma anche con suoni pop molto contemporanei e attenzioni alla musica americana: ottennero un notevole successo le canzoni “Napule è” e “Na tazzulella ‘e cafè”. Grazie ai risultati del primo disco, negli anni seguenti Pino Daniele ne pubblicò altri tre con molte influenze e richiami al blues, al rock e al jazz. Nel 1981 al suo primo grande concerto in piazza del Plebiscito a Napoli parteciparono oltre 200mila persone; negli anni divenne uno dei cantautori italiani più conosciuti e apprezzati.
Pino Daniele ebbe poi molti altri successi, anche internazionali (e suonò nel 1980 prima del concerto di Bob Marley a Milano). Avviò poi diverse collaborazioni con Jovanotti, Eros Ramazzotti e ideò nell’estate del 2002 una serie di concerti insieme a Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron. Lo scorso anno aveva ripreso a fare concerti con il tour “Nero a metà”.
Nel suo Grande libro del rock, Massimo Cotto lo aveva raccontato così:
1955 – nasce a Napoli Pino Daniele, una delle figure centrali nella rinascita e nel rinnovamento della musica napoletana. Nero a metà, come da autocertificazione, Pino ha unito la negritudine del blues (inteso anche come stato d’animo di uomo mai felice, mai sereno, sempre temporalesco, sempre sul punto di piovere o fare tempesta) alle radici partenopee, coltivate e innaffiate fin dai tempi di Napoli Centrale con James Senese e fin dall’album d’esordio Terra mia. A diciotto anni ha scritto il suo capolavoro, Napule è, con quella semplicità d’immagini che è tipica di chi non ha nulla da perdere, incoscienza e pochi pesi nella borsa. Subito dopo, altri successi: Je so pazzo, Je sto vicino a te, Quanno chiove, I say i’ sto ccà, Yes I Know My Way, e poi, anni dopo, Anna verrà e ‘O scarafone. Oggi vive di rendita, anche se di tanto in tanto rialza la testa.
Je so’ pazzo
Napule è
Yes I Know My Way