Israele ha bloccato alcuni fondi palestinesi
Si tratta di quasi 130 milioni di dollari di tasse raccolte per conto dell'ANP: è una rappresaglia per la richiesta palestinese di aderire alla Corte Penale Internazionale
Venerdì 3 gennaio il governo israeliano ha deciso di bloccare il trasferimento di 127 milioni di dollari (circa 100 milioni di euro) all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), l’organismo politico di governo della Palestina fino all’inizio del 2013 e poi assorbito dallo Stato Palestinese. Si tratta di imposte e tasse raccolte dal governo israeliano in Cisgiordania e destinate, secondo gli accordi di Oslo del 1993, all’ANP. Gli israeliani hanno spiegato che la decisione è una rappresaglia dovuta alla richiesta dell’ANP di aderire alla Corte Penale Internazionale (ICC): se la domanda dell’ANP venisse accettata, potrebbe portare a stabilire dei processi per crimini di guerra nei confronti di cittadini israeliani.
Funzionari palestinesi hanno già detto che la decisione israeliana rischia di portare alla «disintegrazione» dell’ANP, visto che ora il governo palestinese non potrà più pagare gli stipendi alle forze di sicurezza, agli insegnanti e agli altri dipendenti pubblici. Israele raccoglie ogni anno circa un miliardo di dollari (800 milioni di euro) per conto dell’ANP. Il pagamento per il mese di dicembre era previsto per venerdì 2 gennaio, ma è stato bloccato. Secondo il New York Times, il governo israeliano ha bloccato i trasferimenti più di una dozzina di volte da quando sono stati introdotti dagli accordi di Oslo nel 1993. L’ultima volta è avvenuta lo scorso aprile.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu non ha ancora commentato la decisione. Il ministro degli Interni israeliano, Gilad Erdan, ha detto che il blocco dei fondi non è la soluzione ai problemi con i palestinesi, ma visto che gli stessi palestinesi «hanno intrapreso azioni unilaterali» – come la scelta di chiedere l’adesione alla ICC – «il nostro compito è proteggere noi stessi, il nostro stato e l’esercito israeliano e abbiamo anche molti modi per farlo». Erdan ha anche aggiunto che presto il governo israeliano compirà altre azioni per tutelarsi.
Attualmente, né la Palestina né Israele fanno parte dell’ICC, che quindi non può perseguire casi di crimini di guerra avvenuti nei due paesi per mancanza di giurisdizione. Se la Palestina riuscisse ad aderire alla ICC, potrebbe denunciare al tribunale quelli che ritiene essere dei crimini di guerra avvenuti sul suo territorio. In caso di condanna di uno o più cittadini israeliani, questi ultimi rischierebbero l’arresto non appena si trovassero a viaggiare in paesi che aderiscono alla ICC. Alcuni funzionari israeliani hanno fatto sapere che il loro governo sta preparando un denuncia per crimini di guerra nei confronti di alcuni individui palestinesi nel caso la domanda di adesione all’ICC della Palestina dovesse essere accettata.