Le nuove sanzioni contro la Corea del Nord
Le ha decise Barack Obama in risposta all'attacco informatico a Sony Pictures: colpiranno sia individui che enti nordcoreani
Il governo degli Stati Uniti ha imposto una nuova serie di sanzioni contro la Corea del Nord in risposta all’attacco informatico subito lo scorso novembre da Sony Pictures che ha portato alla sospensione dell’uscita del film “The Interview” (che è stato poi distribuito su YouTube). Le sanzioni riguardano dieci individui e organizzazioni nordcoreane che però non sembrano direttamente coinvolte nell’attacco.
Gli enti colpiti dalle sanzioni sono l’ufficio dell’intelligence militare, la KOMID – la principale società che si occupa di commercio di armi – e la Korea Tangun Trading Corporation – società impegnata nella ricerca militare. Le persone a cui sono state imposte le sanzioni sono i rappresentanti della KOMID in Russia, Iran, Cina, Namibia e Siria. Le nuove sanzioni sono state messe in atto tramite un ordine esecutivo del presidente statunitense Barack Obama, che permetterà al dipartimento del Tesoro di estendere le sanzioni a qualunque funzionario o persona “affiliata” o “controllata” dal governo nordcoreano che abbia compiuto attività illecite.
Alcuni funzionari del governo americano hanno spiegato ai giornalisti che le attuali sanzioni non servono a punire i diretti responsabili dell’attacco a Sony, ma a scoraggiare futuri attacchi simili. Secondo il corrispondente della BBC da Seul, in Corea del Sud, le sanzioni hanno un valore soprattutto simbolico: i due paesi, infatti, hanno scarsissimi rapporti commerciali.
La Corea del Nord è oggetto di sanzioni internazionali da più di sessant’anni: le prime sanzioni furono approvate dagli Stati Uniti nel 1950, poco dopo l’inizio della Guerra di Corea. Negli ultimi anni, le Nazioni Unite hanno imposto al paese nuove sanzioni economiche a causa del programma nucleare illegale nordcoreano e delle violazioni dei diritti umani compiute dal governo di Pyongyang. Oggi in molti paesi del mondo esistono limitazioni al commercio con la Corea del Nord, oltre a divieti di concedere visti a funzionari ed esponenti del regime.
L’attacco informatico subito da Sony Pictures lo scorso novembre ha portato al furto di moltissimi dati e alla distruzione di circa tre quarti dei computer e dei server della società. L’attacco è arrivato in seguito a una serie di minacce del governo nordcoreano legate all’uscita del film “The Inteview”, una commedia in cui viene raccontato un tentativo di assassinio del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. L’FBI ha ufficialmente accusato la Corea del Nord di esser responsabile dell’attacco (la Corea del Nord ha sempre smentito). Molti esperti di sicurezza informatica, però, non credono alle accuse e ritengono invece che l’attacco sia stato compiuto da alcuni pirati informatici molto abili a nascondere le loro tracce.