Le proteste per l’uccisione di Antonio Martin
Centinaia di persone hanno manifestato a Berkeley, in Missouri, dopo che un poliziotto ha sparato a un 18enne nero: ma secondo il sindaco "non è la stessa cosa di Ferguson"
Mercoledì 24 dicembre a Berkeley, nella contea di St. Louis (stato americano del Missouri), ci sono state manifestazioni e proteste per la morte di Antonio Martin, un ragazzo nero di 18 anni ucciso da alcuni colpi di pistola sparati da un poliziotto a un distributore di benzina. Martin è stato ucciso non lontano dal posto dove lo scorso agosto era stato ucciso un altro 18enne nero, Michael Brown. Decine di persone si sono radunate al distributore di benzina e un gruppo di manifestanti si è scontrato con la polizia. Ci sono stati diversi tentativi di dare fuoco al distributore e quattro persone sono state arrestate. Un altro gruppo di manifestanti – una settantina dice NBC – ha bloccato il traffico di un’autostrada vicino a Berkeley più volte.
Il poliziotto che ha sparato, ha fatto sapere la polizia della contea di St. Louis, è un agente con un’esperienza di sei anni, e al momento è stato sospeso dal servizio per fare le verifiche del caso: la sua identità non è ancora stata resa pubblica. La polizia della contea ha diffuso tre video sulla morte di Martin: il capo della polizia ha aggiunto che i video mostrano il sospetto puntare una pistola contro l’agente (una pistola è stata ritrovata sul luogo dell’uccisione di Martin). Secondo la ricostruzione della polizia, l’agente che ha sparato è stato avvicinato da due uomini, uno dei quali armato: l’agente ha sparato tre volte.
Il sindaco, Thodore Hoskins, ha promesso che ci saranno delle indagini per capire quello che è successo e ha aggiunto: «Non è la stessa cosa di Ferguson”, riferendosi alla controversa uccisione del 18enne Michael Brown da cui si è sviluppato un movimento di protesta a St. Louis e in molte altre città degli Stati Uniti.