• Mondo
  • Domenica 21 dicembre 2014

La più importante spia americana a Cuba

La storia dell'agente statunitense in carcere da venti anni a Cuba, e citato nello storico discorso di Obama sulla normalizzazione dei rapporti con L'Avana

A U.S. and Cuban flag hang from the same balcony in Old Havana, Cuba, Friday, Dec. 19, 2014. After the surprise announcement on Wednesday of the restoration of diplomatic ties between Cuba and the U.S., many Cubans expressed hope that it will mean greater access to jobs and the comforts taken for granted elsewhere, and lift their struggling economy. However others feared a cultural onslaught, or that crime and drugs, both rare in Cuba, will become common along with visitors from the United States. (AP Photo/Ramon Espinosa)
A U.S. and Cuban flag hang from the same balcony in Old Havana, Cuba, Friday, Dec. 19, 2014. After the surprise announcement on Wednesday of the restoration of diplomatic ties between Cuba and the U.S., many Cubans expressed hope that it will mean greater access to jobs and the comforts taken for granted elsewhere, and lift their struggling economy. However others feared a cultural onslaught, or that crime and drugs, both rare in Cuba, will become common along with visitors from the United States. (AP Photo/Ramon Espinosa)

Mercoledì 17 dicembre Stati Uniti e Cuba hanno annunciato la normalizzazione delle loro relazioni diplomatiche, che erano interrotte dal 1961. La storica decisione è stata accompagnata da uno scambio di prigionieri: gli Stati Uniti hanno rilasciato gli ultimi tre membri di un gruppo di spie noto come i “Cuban Five“, mentre i cubani hanno liberato Alan Gross, un cooperante internazionale americano tenuto in prigione dal 2009 con l’accusa di aver importato a Cuba tecnologie vietate (aveva cercato di creare una rete internet per i cubani ebrei).

Nel suo discorso di mercoledì, Obama ha accennato anche alla liberazione di un altro cittadino statunitense che era detenuto nelle prigioni di Cuba. Obama lo ha definito «uno degli agenti segreti più importanti che gli Stati Uniti hanno mai avuto a Cuba», senza però fare il suo nome. L’identità dell’uomo è stata un mistero per qualche ora: poi diversi siti di news americani, come il New York Times, hanno cominciato a raccogliere altre informazioni e dettagli. L’uomo è stato identificato come Rolando Sarraff Trujillo, un ex agente del servizio segreto cubano che per anni ha passato informazioni importantissime all’intelligence americana. Sarraff è stato arrestato nel 1995 e ha trascorso quasi vent’anni in un carcere di Cuba, diciotto dei quali in isolamento.

La storia di Sarraff è solo una delle molte che hanno segnato le attività dei servizi segreti dei due paesi a partire dal 1959, anno in cui Fidel Castro rovesciò il governo filo-americano di Cuba e instaurò un regime comunista alleato con l’Unione Sovietica. Lo scontro tra cubani e statunitensi è durato quasi mezzo secolo ed è stato definito da Jerry Komisar, capo delle operazioni clandestine della CIA a Cuba negli anni Novanta, “piuttosto inutile”. Nel 1962 ci fu il momento più alto dello scontro tra i due paesi, che coincise anche con uno dei momenti più gravi di tutta la Guerra fredda: la “crisi dei missili di Cuba“. La crisi si risolse con un accordo segreto, che prevedeva tra le altre cose la rimozione delle testate atomiche che l’Unione Sovietica aveva schierato a Cuba. Da allora Cuba non è più stata una minaccia militare per gli Stati Uniti e ancora oggi il paese ha un esercito antiquato e male armato.

Lo scontro tra Stati Uniti e Cuba è però andato avanti su altri livelli, in particolare con le attività di spionaggio. Grazie a Sarraff, per esempio, gli Stati Uniti riuscirono ad aggiudicarsi alcune significative vittorie. Prima del suo arresto nel novembre del 1995, Sarraff lavorava al Dipartimento di crittografia dell’intelligence cubana ed era un esperto dei codici utilizzati dagli agenti segreti cubani negli Stati Uniti. I suoi familiari hanno raccontato che Sarraff si era laureato in giornalismo all’Università de L’Avana e che aveva ottenuto il grado di tenente colonnello dei servizi segreti. Non è ancora chiaro come Sarraff abbia iniziato a lavorare per gli Stati Uniti: quello che si sa è che nelle sue attività di spionaggio che fu aiutato da José Cohen, un suo amico di infanzia.

Dall’altra parte, ha raccontato Foreign Policy, gli agenti cubani negli Stati Uniti ricevevano istruzioni grazie ad alcune trasmissioni radio. A intervalli prestabiliti, sulla frequenza AM 7887 kHz una voce femminile annunciava «Atención! Atención!» e poi elencava una serie di numeri che gli agenti interpretavano grazie ai loro codici. Alcuni di questi agenti erano figure di alto profilo nell’amministrazione americana. Una di loro era Ana Montes, analista specializzata in affari cubani dell’intelligence del dipartimento della Difesa. Montes aveva accesso ad ogni sorta di documenti segreti che memorizzava, trascriveva su un computer nel suo appartamento di Washington e poi consegnava ad altri agenti cubani con cui si incontrava anche grazie alle trasmissioni in codice via radio.

Un altro agente da cui i cubani ottennero preziose informazioni era Walter Kendall Myers, un analista del dipartimento di Stato specializzato in affari dell’Europa occidentale. Secondo Foreign Policy, Myers e Montes sono state due delle spie che hanno causato i danni più grandi di sempre all’intelligence americana. Entrambi oggi si trovano in carcere, Myers condannato all’ergastolo e Montes a 25 anni (dovrebbe essere liberata nel 2023), ma per anni le modalità della loro cattura da parte dell’FBI non sono state chiarite. Nelle ordinanze di custodia, però, si possono trovare alcuni accenni al fatto che vennero entrambi arrestati grazie al fatto che alcuni codici cubani furono decrittati. E questo riporta la storia a Sarraff.

Poche ore dopo il discorso con cui Obama annunciava la normalizzazione delle relazioni con Cuba, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale ha detto che il misterioso agente nominato da Obama aveva aiutato il governo americano ad arrestare diversi agenti doppiogiochisti al servizio dei cubani, tra cui proprio Myers e Montes. Nel novembre del 1995 Sarraff fu richiamato da una missione all’estero e incarcerato. Per giorni la sua famiglia fu tenuta all’oscuro dell’arresto. Anche oggi la famiglia Sarraff non è a conoscenza di molte informazioni. Giovedì 18 dicembre il New York Times ha intervistato diversi membri della famiglia e nessuno di loro sembra avere una chiara idea di dove si trovasse esattamente Sarraff. Il governo cubano ha comunicato alla famiglia che Sarraff è stato rilasciato, ma fino a pochi giorni fa questa era l’unica informazione che la famiglia aveva ricevuto. Secondo Cohen, il suo complice all’epoca dello spionaggio, è solo questione di giorni prima che Sarraff rientri negli Stati Uniti e «racconti la sua storia».