Il film tratto da “Pyongyang” non si farà
L'autore dell'apprezzato graphic novel sulla Corea del Nord ha scritto che la produzione del film è stata annullata dopo la vicenda dell'attacco informatico contro Sony
Guy Delisle è un fumettista e illustratore canadese di 48 anni, noto e molto apprezzato in Italia e nel mondo, tra le altre cose, per un graphic novel sulla Corea del Nord intitolato Pyongyang, una sorta di reportage a fumetti prodotto nel 2001 al termine di due mesi trascorsi a Pyongyang (il libro, pubblicato per la prima volta in Francia nel 2004, è uscito in Italia nel 2013 per Rizzoli: il Post ne aveva pubblicato le prime 80 pagine, a puntate). Del graphic novel Pyongyang era in lavorazione un adattamento cinematografico che avrebbe dovuto portare alla produzione di un film con l’attore statunitense Steve Carell: venerdì 19 dicembre Delisle ha scritto sul suo blog di aver saputo che la lavorazione del film è stata annullata in seguito alla storia dell’attacco informatico contro Sony, che l’FBI ha stabilito essere stato provocato dalla Corea del Nord. Questa vicenda ha già portato alla cancellazione dell’uscita del film The Interview, scelta criticata anche dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Nel post sul suo blog, Delisle si è detto rattristato dalle ragioni che hanno portato alla cancellazione del film basato sul suo fumetto. “Uno si immagina che una grande azienda non si pieghi tanto facilmente alle minacce terroristiche di un gruppo di hacker della Corea del Nord. Ma a quanto sembra hanno colpito un punto sensibile”, ha scritto Delisle. I diritti del graphic novel erano stati venduti a una casa di produzione di Los Angeles (New Regency) circa due anni fa, e Delisle ha detto di non aver ricevuto molte notizie da allora riguardo la lavorazione. Sapeva che la sceneggiatura, di Steve Conrad, stava per essere conclusa ma che ancora non era stato deciso se alla fine ne sarebbe uscito un film o un cartone animato. Poi era emersa l’intenzione di farne un film thriller diretto da Gore Verbinsky, le cui riprese dovevano iniziare a marzo 2015. Citando fonti interne, il sito Deadline ha scritto che Regency, “date le circostanze”, ha ritenuto di non proseguire la produzione e che la Fox, tramite un portavoce, avrebbe negato la propria disponibilità per un’eventuale distribuzione.
Nel 2001, durante il soggiorno in Corea del Nord da cui poi aveva tratto il suo reportage a fumetti, Delisle era stato accompagnato da una squadra di lavoro nordcoreana per occuparsi della produzione di un cartone animato francese: era entrato con un permesso di lavoro e aveva potuto vedere da vicino il funzionamento della macchina burocratica, della propaganda politica e del culto della personalità per il dittatore nordcoreano. Delisle ha spiegato che anche al momento dell’invio delle prime tavole del graphic novel aveva incontrato una generale “freddezza” da parte dello studio di animazione francese che lo aveva mandato in Corea del Nord: non gli era permesso parlare del suo soggiorno né pubblicare altro materiale, per via di una clausola di riservatezza presente nel contratto. Poi, dopo essersi consultato con il suo editore francese (la Association), Delisle non aveva trovato quella clausola e aveva deciso di pubblicare il graphic novel accettando di correre il rischio di essere eventualmente denunciato dallo studio di animazione.
Foto: la copertina del graphic novel pubblicato in Italia da Rizzoli.