Regia di Gabe Polsky
Si tratta di un documentario sulla leggendaria squadra di hockey dell’Unione Sovietica. La locandina è stata realizzata dallo studio La Boca e ricorda la grafica dei poster dell’epoca sovietica: «è un lavoro impeccabile, realizzato superbamente».
Regia di Robert Greene
Il film racconta la storia di una donna che decide di fare l’attrice, e cerca di trovare un equilibrio tra il fascino di quel mondo e la banalità della sua vita domestica. Il film/documentario «non è sempre quello che sembra e la sua locandina, disegnata da Laura Baran, cattura perfettamente il senso elusivo del genere». La donna raffigurata «potrebbe essere Sophia Loren che si china sul suo amante in fin di vita o Brandy Burre che raccoglie i cocci di un bicchiere di vino caduto mentre lavava le stoviglie». Anche il lettering, disegnato da Theresa Berens, contribuisce al fascino della locandina.
Regia di Wes Anderson
La locandina è realizzata da Annie Atkins, ed è la fotografia di un modellino intricato e realizzato perfettamente . Curry consiglia di osservare un ingrandimento della locandina e di apprezzare anche l’insegna dell’hotel, che è anche il titolo del film.
Regia di Tim Sutton
Racconta la storia di un cantante di straordinario talento che ritorna a Memphis, la città in cui è nato. La locandina è stata realizzata dal fotografo Caspar Newbolt, che ha passato le ultime due settimane di riprese sul set e che ha raccontato che «Non lo sapevo ancora ma le mie foto sarebbero state utilizzate nelle locandine per il film al posto dei fotogrammi o delle foto in posa. La cosa importante è che le mie foto non sono state mentre si girava. Ero là, tra una ripresa e l’altra, fotografando gli attori che a Memphis cercavano di gestire il caldo, si concentravano sulla scena successiva e parlavano di cazzate con il cast».
6. Birdman (o l'imprevedibile virtù dell'ignoranza)
Regia di Alejandro González Iñárritu
Il film racconta la storia di un attore in pensione, interpretato da Michael Keaton, che decide di tornare sui palcoscenici di Broadway nel tentativo di recuperare la gloria e la fama. Curry apprezza in particolare questa serie di locandine diffuse da Fox per anticipare l’uscita del film, in cui la figura stilizzata di un supereroe si staglia davanti svariati scenari di una città. Le locandine non hanno molto a che fare con il film, che tra l’altro è molto incentrato su Manhattan, a parte rafforzare la mistica del super-eroe. Esteticamente però sono molto belle e si discostano dalle consuete locandine dei film, che raffigurano le immagini dei protagonisti.
Regia di Ramon Zürcher
Il film racconta di due sorelle che vanno a trovare i genitori, a Berlino, e passano il giorno con loro fino alla cena con altri parenti. L’acquarello della locandina è stato realizzato da Mara Diener e utilizzato sia per l’edizione tedesca che statunitense. Non rende l’idea della precisione e dell’attenzione ai dettagli del film ma è in grado di comunicarne «il senso di intimità domestica e misteriosa bellezza».
Per il film di Jonathan Glazer
Curry segnala anche la locandina realizzata – e poi non utilizzata – da Akiko Stehrenberger: è altrettanto misteriosa ed eterea di quella scelta, e allude inoltre al sangue, alla carne e ai corpi umani di cui si nutre l’alieno, interpretato da Scarlett Johansson.
Regia di di Jonathan Glazer
La locandina è stata realizzata dallo statunitense Neil Kellerhouse e ripropone la scontata tipologia del “big head poster” (cioè incentrata sulla faccia del protagonista). Come per Frank però la rielabora: in questo caso il volto della protagonista (Scarlett Johansson, che interpreta un alieno) si intravede appena : «il che è più che adatto per un film sull’identità e la superficialità delle apparenze».
Regia di Alex van Warmerdam
Racconta la storia di un vagabondo che entra nella vita di una famiglia alto-borghese, rischiando di distruggerla. Curry spiega che per questo film sono state realizzate svariate locandine, per cui è difficile capire di cosa parli. «Non so se il dagherrotipo gotico realizzato da Brandon Schaefer me lo faccia capire meglio, ma sicuramente comunica l’idea di qualcosa di sinistro». Curry apprezza particolarmente il contrasto tra gli oggetti «antichi e arcani» della foto e l’utilizzo del bianco e del font Elvetica per le scritte.
Regia di Florian Habicht
È un documentario ambientato in Inghilterra negli anni Ottanta e Novanta, incentrato su Jarvis Cocker e i Pulp, il suo gruppo, e la nascita del Britpop.
La locandina è stata disegnata da Elliot Cardona, e mostra i Pulp sullo sfondo di una – probabilmente – casa popolare di Sheffield. «Mi piace come la griglia architettonica completa le curve dei corpi (i capelli cascanti e il resto) e come tutti si riflettono nelle linee parallele dello stesso logo dei Pulp», spiega Curry. A questo gioco di linee che si richiamano si aggiunge il colore, che Curry definisce «estatico». Per l’edizione americana, la locandina è invece questa, completamente diversa.
Rega di Lenny Abrahamson
Il film è ispirato alla storia vera di un bizzarro gruppo musicale degli anni Ottanta il cui leader, Frank Sidebottom, indossa sempre una gigantesca maschera di cartapesta (sotto la quale c’è Michael Fassbender).
La locandina è stata disegnata dallo studio P+A e gioca, ribaltandone il significato, con un tipo di poster cinematografico molto comune, che mette in primo piano la faccia del protagonista. In questo caso si tratta di un'enorme maschera: la locandina anziché mostrare il vero volto di Frank Sidebottom e farlo così conoscere agli spettatori, lo nasconde.