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  • Martedì 16 dicembre 2014

Le novità su Latorre e Girone

La Corte suprema indiana ha respinto le richieste di attenuazione della libertà vigilata dei due fucilieri italiani, il ministro Pinotti ha detto che Latorre «si deve curare in Italia»

(FILES) In this photograph taken on December 22, 2012, Italian marines Massimiliano Latorre (R) and Salvatore Girone (L) arrive at Ciampino airport near Rome, on December 22, 2012. India's Supreme Court ruled February 22, 2013 that two Italian marines accused of murdering Indian fishermen while guarding an oil tanker could return home to cast their votes in upcoming national elections. The marines are suspected of shooting dead two fishermen off India's southwestern coast near the port city of Kochi in February 2012, when a fishing boat came close to the Italian oil tanker they were guarding. AFP PHOTO/ VINCENZO PINTO/ FILES (Photo credit should read VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)
(FILES) In this photograph taken on December 22, 2012, Italian marines Massimiliano Latorre (R) and Salvatore Girone (L) arrive at Ciampino airport near Rome, on December 22, 2012. India's Supreme Court ruled February 22, 2013 that two Italian marines accused of murdering Indian fishermen while guarding an oil tanker could return home to cast their votes in upcoming national elections. The marines are suspected of shooting dead two fishermen off India's southwestern coast near the port city of Kochi in February 2012, when a fishing boat came close to the Italian oil tanker they were guarding. AFP PHOTO/ VINCENZO PINTO/ FILES (Photo credit should read VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images)

Aggiornamento di mercoledì 17 dicembre: dopo la decisione della Corte Suprema indiana di respingere le richieste dei Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per, rispettivamente, restare in Italia a causa di motivi di salute e tornare per Natale, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha detto: «Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione». Ha anche spiegato (ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta) che la richiesta dei due fucilieri doveva essere accettata «anche da un punto di vista umanitario». In serata, Federica Mogherini, alto rappresentante della Politica estera della Ue, ha scritto su Twitter che la questione ancora irrisolta dei due fucilieri potrebbe avere «un impatto» sulle relazioni tra India e Unione europea.

 

Il Corriere della Sera scrive anche che il governo ha deciso di richiamare l’ambasciatore in India, Daniele Mancini, per delle consultazioni. Anche se «non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche», ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, l’Italia «si riserva tutti i Passi necessari» nei confronti delle autorità indiane.

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La Corte suprema dell’India ha respinto le richieste di attenuazione della libertà vigilata fatte da Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di marina italiani arrestati in India il 15 febbraio 2012. Latorre si trova attualmente in Italia per motivi di salute e aveva chiesto un’estensione di quattro mesi della sua permanenza (dovrebbe invece rientrare come previsto il prossimo 16 gennaio); Girone chiedeva di poter rientrare in Italia per tre mesi.

Durante la seduta è stata discussa soprattutto la richiesta di Latorre, che si trova in Italia dallo scorso 13 settembre dopo aver avuto un ictus: chiedeva ai giudici un ulteriore periodo di quattro mesi per continuare il percorso terapeutico e sottoporsi anche a un altro intervento. Girone si trova invece ancora in India: era rientrato in Italia per un breve periodo lo scorso marzo quando aveva ottenuto un permesso in occasione delle elezioni legislative. Il presidente della Corte indiana ha ascoltato la difesa ma poi, dopo essersi confrontato con gli altri giudici, ha deciso di non accogliere le istanze dei due fucilieri. Il tribunale indiano non ha accettato perché l’inchiesta sulla morte dei due pescatori «non è ancora finita» e perché «i capi di accusa non sono stati ancora presentati». Il presidente della Corte ha chiesto che il sistema legale indiano venga rispettato: «sSe concedessi questo ai due richiedenti, dovrei farlo anche per tutti gli imputati indiani», ha detto, concludendo che «si tratta di applicare lo stesso parametro per tutti» e che «anche le vittime indiane hanno dei diritti».

Latorre e Girone il 15 febbraio 2012 si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sudovest dell’India. La Enrica Lexie incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony. I due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 45 e 26 anni. Secondo gli italiani i colpi sono stati sparati in seguito a una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata. Secondo gli indiani, invece, la manovra della St. Antony nei confronti della Enrica Lexie è stata pacifica, per dare la precedenza alla petroliera italiana. La reazione dei militari italiani sarebbe stata quindi esagerata e non aderente alle normali procedure, soprattutto perché i marinai della St. Antony non erano armati.

Il processo a loro carico non è però mai iniziato. La questione ancora da risolvere è quale polizia si debba occupare delle indagini e depositare la denuncia. Il governo indiano aveva da subito consegnato l’inchiesta alla National Indian Agency (NIA), l’agenzia investigativa del governo federale indiano specializzata nei casi di terrorismo. La NIA aveva presentato il suo primo rapporto nell’aprile del 2012, accusando i due fucilieri italiani di “omicidio” in base al Sua Act, la legge contro il terrorismo che prevede la pena capitale. L’Italia ha sempre contestato il ricorso al Sua Act ed aveva anche richiamato per un certo periodo il suo ambasciatore a Delhi, Daniele Mancini, in segno di protesta.

Lo scorso marzo, la Corte Suprema indiana aveva deciso di sospendere l’inizio del processo accogliendo un ricorso della difesa dei due marinai, che contestava la giurisdizione sul loro caso da parte della NIA. La NIA, in febbraio, aveva già rinunciato a perseguire i due marinai applicando la legge antiterrorismo escludendo una volta per tutte il rischio che i due venissero condannati a morte. La decisione aveva quindi messo in discussione la stessa giurisdizione della NIA sul caso, dato che l’agenzia si occupa prevalentemente di casi legati al terrorismo. Attualmente si è ancora in attesa delle risposte da parte del governo indiano sul ricorso italiano di escludere la NIA dal processo.