Bettie Page, pin-up
Morì l'11 dicembre del 2008, ormai lontana da tutto: ma da ragazza in soli pochi anni era diventata una delle modelle più famose del mondo e un simbolo
Bettie Page morì a Los Angeles l’11 dicembre di sei anni fa: era stata una modella, famosa soprattutto per una specifica categoria che ebbe molto successo nelle riviste americane diffuse durante la Seconda guerra mondiale: quella delle pin-up, ragazze sorridenti, molto belle, formose e ammiccanti. Bettie Page venne anzi definita la “regina delle pin-up”, com’è scritto sulla sua lapide. Il fondatore di Playboy Hugh Hefner la definì «una donna straordinaria, una figura emblematica della cultura pop che aveva influenzato la sessualità, i costumi, la moda e che aveva avuto un enorme impatto sulla società». E diventò tutto questo in soli 7 anni di carriera.
Bettie Page era nata il 22 aprile del 1923 a Nashville, in Tennessee. Era la seconda di sei figli e fin da piccola si era occupata dei fratelli e delle faccende di casa. In seguito al divorzio dei genitori, quando aveva dieci anni, venne affidata insieme a due sorelle a un collegio nel quale rimase per circa un anno. Era brava a scuola, nel giugno del 1940 si diplomò (ricevendo anche un assegno di 100 dollari) e si iscrisse al George Peabody College di Nashville per diventare insegnante. Desiderava però fare l’attrice: iniziò a studiare recitazione e si laureò nel 1944 in Arte. L’anno prima si era sposata con Billy Neal, che conosceva fin dalle superiori. Con lui si trasferì a San Francisco. Negli anni in cui il marito venne arruolato in marina e partì per la guerra, Bettie Page tornò a Nashville, passò dei brevi periodi a Miami e a Port-au-Prince, Haiti, dove lavorò come segretaria. Nel 1947 chiese il divorzio, si trasferì a New York e divenne famosa.
Fu qui che verso la fine degli anni Quaranta mentre passeggiava a Coney Island incontrò Jerry Tibbs, un ufficiale di polizia con la passione della fotografia. Tibbs realizzò per Bettie Page il suo primo servizio e si dice sia stato lui a suggerirle la frangia, che diventerà poi uno dei suoi tratti distintitivi più famosi e riconoscibili. Mentre tentava continuamente di fare carriera come attrice, Page cominciò a posare come modella per diversi fotografi: negli anni Cinquanta le sue immagini iniziarono ad apparire sulle copertine di varie riviste per uomini (Wink, Titter, Eyeful e Beauty Parade) e iniziò anche la sua grande popolarità. Nel frattempo Bettie Page posò per il fotografo Irving Klaw anche per delle fotografie a tema bondage-sadomaso che venivano distribuite clandestinamente. Ma l’incontro più importante avvenne nel 1954 con Bunny Yeager, ex-modella e aspirante fotografa. Bunny Yaeger scritturò Bettie Page per un servizio fotografico in Florida. Le fotografie di “Bettie nella giungla” divennero famosissime, furono inviate a Playboy e Bettie Page divenne playmate del mese nel gennaio del 1955. Durante tutto questo tempo continuò a studiare recitazione, comparendo però solo in qualche commedia e produzione per la tv.
Nel 1957 Bettie Page lasciò New York e si trasferì in Florida. Il 26 novembre del 1958 sposò il suo secondo marito, Armond Walterson, e si convertì al cristianesimo. Nel 1963 divorziò (avrebbe poi sposato un terzo uomo, Harry Lear, ma anche questo matrimonio finì con un divorzio). Nel frattempo interruppe definitivamente la sua carriera come modella. Non si conoscono i motivi precisi: c’è chi fa riferimento alla sua conversione (Page tentò anche di diventare missionaria ma le venne rifiutato il permesso perché era divorziata) e c’è chi fa riferimento all’inchiesta di una commissione al Senato aperta dopo la morte di un uomo che aveva praticato tecniche sadomaso che si sarebbero ispirate alle foto di Page fatte da Irving Klaw. In realtà Page non rinnegò mai quell’esperienza dicendo che l’aveva fatta perché aveva bisogno di un lavoro e che comunque non aveva mai fatto del male a nessuno.
Negli anni Ottanta Bettie Page ebbe diversi problemi mentali: le venne diagnosticata una schizofrenia acuta, trascorse quasi due anni in un ospedale psichiatrico, venne anche arrestata per aggressione ma giudicata non colpevole per infermità mentale. Sempre in quegli anni diverse pubblicazioni, fumetti e immagini ispirati a Bettie Page (che nel frattempo viveva a Los Angeles) diventarono l’occasione per rilanciare le sue vecchie fotografie e il suo personaggio, entrato nella cultura popolare americana. Lei non si fece coinvolgere più di tanto: in un paio di interviste telefoniche e televisive disse «di non avere un soldo» e non volle essere fotografata né ripresa. Nel 1998 intervistata da Playboy commentò così la sua carriera: «Non ho mai pensato che fosse qualcosa di vergognoso. Mi sentivo normale. Semplicemente era molto meglio che battere a una macchina da scrivere per otto ore al giorno».
Negli ultimi anni della sua vita assunse anche uno studio legale per aiutarla a recuperare una parte dei profitti che erano stati fatti con le sue immagini e con parte di questi riuscì a sopravvivere. Vennero girati due diversi film sulla sua vita: Bettie Page: Dark Angel del 2004 e La scandalosa vita di Bettie Page (The Notorius Bettie Page) del 2005, in cui Bettie Page è interpretata da Gretchen Mol. Bettie Page è morta a Los Angeles l’11 dicembre 2008 a 85 anni, molto probabilmente per un attacco di cuore.