L’app per farsi svegliare dagli sconosciuti
Come funziona Wakie, nata da un'idea un po' matta per avere un'alternativa alla classica sveglia
Hrachik Adjamian è un ragazzo di Spitak, una piccola città nel nord dell’Armenia, e si è messo in testa di migliorare la vita di chi fatica a svegliarsi con le classiche sveglie. È partito da un’idea: da qualche parte nel mondo ci sarà sempre qualcuno disposto a telefonare a qualcun altro per svegliarlo e dargli il buon giorno. Su questa idea ha costruito Wakie, un’applicazione per smartphone che mette in contatto perfetti sconosciuti disposti a svegliare qualcuno o a farsi svegliare con una breve chiacchierata, al posto del solito suono della sveglia. Wakie esiste da diversi mesi ma è stata accettata sull’App Store di Apple da pochissimo, e secondo Adjamian potrebbe essere arrivato il momento per rendere la sua applicazione un successo.
Da dove arriva Wakie
La storia di Wakie inizia nel 2011, anno in cui alcuni sviluppatori tra cui Adjamian misero online un sito che poteva essere utilizzato per prenotare una sveglia telefonica, con un meccanismo simile a quello che una volta si usava negli alberghi. Oggi Adjamian è CEO della società che gestisce il sito. Il servizio ebbe un discreto successo e spinse Adjamian e complici a spostarlo sugli smartphone, creando un’applicazione per Windows Phone di Microsoft e successivamente per Android, il sistema operativo per dispositivi mobili di Google. Dopo nove mesi e qualche complicazione burocratica, forse dovuta anche in parte alla particolare attenzione con cui Apple approva applicazioni che mettono in contatto diretto sconosciuti, Wakie è stato messo a disposizione anche di chi usa gli iPhone.
Come funziona Wakie
Dopo avere installato Wakie, ci si deve iscrivere al servizio attraverso il proprio account Facebook, oppure inserendo il proprio numero di telefono, che è comunque necessario per potere essere svegliati dallo sconosciuto di turno. Il numero di telefono non viene mai rivelato a nessuno, serve solo a Wakie per assicurarsi che gli account sono autentici e che dietro ci sia davvero una persona. Terminata l’iscrizione, ogni utente può impostare una sveglia e diventare quindi uno “sleepy” o può iniziare a chiamare gli altri per svegliarli.
Per svegliare qualcuno basta confermare a Wakie la propria disponibilità a partecipare, ma non è necessario restare in attesa davanti all’applicazione, perché il sistema invia automaticamente una notifica quando ha trovato una persona che vuole essere svegliata, mostrando il suo nome e il profilo. Se si accetta, Wakie avvia la telefonata la cui durata massima è di 50 secondi, nei quali si può chiacchierare, fare conoscenza o semplicemente provare a dare un buongiorno creativo (si spera non offensivo). Terminati i 50 secondi, la telefonata viene interrotta. Wakie ha comunque una specie di forum all’interno della sua applicazione per chi vuole lasciare commenti o provare a rimettersi in contatto con la persona da cui ha ricevuto la sveglia.
Se nessuno chiama?
Per ora Wakie ha un milione e mezzo di iscritti in giro per il mondo, ma non tutti usano con assiduità l’applicazione, quindi in rari casi può accadere che non ci sia nessuno disponibile per svegliare qualcun altro. In questo caso l’applicazione avvia una chiamata automatica con un messaggio registrato che dà la sveglia. In futuro, spiega Adjamian, saranno disponibili servizi personalizzati per essere svegliati con la rassegna delle ultime notizie, degli indici di borsa, con informazioni sul meteo o con altri tipi di messaggi, registrati anche da personaggi famosi. Wakie è gratuito, ma questo tipo di servizi aggiuntivi saranno probabilmente a pagamento, forse con una forma di abbonamento ancora da definire.
Se non rispondi
Come succede con la sveglia lasciata suonare per minuti, può succedere che la persona che ha chiesto di essere svegliata non risponda alla telefonata e continui a dormire. In questo caso il chiamante può lasciare un messaggio registrato, ma c’è ancora qualche problema con questo sistema e quelli di Wakie stanno lavorando a qualche alternativa. Deve essere migliorato anche il sistema per segnalare gli utenti scortesi o che usano l’applicazione senza seguire le linee guida, che richiedono di essere come minimo gentili ed educati durante le telefonate.
Svegli più in fretta?
Wakie rispetto alle classiche sveglie richiede uno sforzo attivo superiore al solito tasto da schiacciare. Adjamian sostiene che in media gli utenti di Wakie sono soddisfatti perché si svegliano meglio e più facilmente con l’applicazione. Da un lato perché ogni mattina c’è la curiosità di sapere chi darà la sveglia, dall’altro perché “dovendo parlare per quasi un minuto con uno sconosciuto è garantito al 99 per cento che il tuo cervello si sveglierà: quando qualcuno chiede informazioni di prima mattina, il cervello ha bisogno di attivarsi per dare le risposte”, dice Adjamian. Naturalmente il cervello non “dorme” mai, ma è probabile che lo sforzo cognitivo richiesto per raccogliere le idee e biascicare qualcosa di sensato appena svegli contribuisca a svegliarsi più rapidamente, soprattutto se l’interlocutore è qualcuno con cui non si è mai parlato prima.