Il 2014 in 105 prime pagine
Quelle con i titoli grossi: su Renzi, Letta, le alluvioni, i mondiali, Faletti, Renzi, l'Ucraina, la retata a Milano, la retata a Roma, la retata a Venezia, l'ISIS, Renzi e persino il Canada. È il fotoromanzo dell'anno
Come già dicemmo un anno fa, la raccolta delle prime pagine dei quotidiani che il Post pubblica ogni mattina di buon’ora è un catalogo giornaliero del mondo visto dalle redazioni, o ancora più esattamente, del mondo visto da chi compone le prime pagine. Che è un’angolazione particolare e limitata del mondo, ma è anche l’angolazione che diventerà “il mondo” per i lettori dei quotidiani (e anche per gli spettatori dei telegiornali, che mostrano angolazioni simili). Insomma, per tantissimi italiani quello che sta sulle prime pagine è “quello che succede”: malgrado in realtà succedano molte altre cose; malgrado le differenze tra alcune testate; malgrado le priorità siano piuttosto arbitrarie, parziali e ripetitive; e infine malgrado le cose che occupano le prime pagine a volte neanche siano vere (vaccini antinfluenzali che uccidono o nuove piste sul rapimento Moro, per esempio).
Riguardarle tutte, come abbiamo fatto per ricostruire quale sia stato il racconto del 2014 da parte dei quotidiani, è quindi un’esperienza istruttiva e interessante. Privilegiando soprattutto i tre quotidiani maggiori, si realizza che lo spazio lasciato alle altre notizie dai titoli che riguardano la politica interna è limitatissimo: e lo è stato ancora di più nel 2014 rispetto al 2013, complice l’entrata in scena di Matteo Renzi di cui le prime pagine sembrano non poter fare a meno (col buffo risultato di titoli che si ripetono a breve distanza dall’inizio alla fine dell’anno: sul jobs act, sullo scontro con la CGIL, sulle rotture e alleanze e rotture e alleanze con Berlusconi).
Poi si affacciano angoli del resto del mondo: un po’ di Ucraina, Francia e Stati Uniti, isolati casi di Libia o Canada. Si muove la Costa Concordia, l’Unità chiude, non chiude, poi chiude, Repubblica si ridisegna, l’ISIS decapita gli ostaggi e i quotidiani hanno andamenti contraddittori su cosa fare con le foto, e Genova è continuamente in ginocchio. Il resto, che ancora ce n’è, lo trovate nella raccolta: buona parte vi accorgerete di averlo già dimenticato (nel caso dei Mondiali, più una rimozione che una dimenticanza).
Non è proprio “il 2014″, quello raccontato dai giornali. Ma è un 2014.