Arriva “Reported.ly”
Un nuovo progetto giornalistico internazionale – fondato da un apprezzato social media editor – promette di utilizzare Twitter e compagnia in modo diverso dalle altre testate
Il giornalista statunitense Andy Carvin – che ha lavorato per sette anni come analista e social media editor della National Public Radio (NPR), la radio pubblica statunitense – ha presentato oggi Reported.ly, un nuovo progetto giornalistico finanziato dal gruppo First Look Media di Pierre Omidyar, fondatore di eBay e proprietario anche di The Intercept, il sito di news diretto dall’ex giornalista del Guardian Glenn Greenwald, famoso per aver pubblicato i documenti sottratti al governo statunitense da Edward Snowden, ex collaboratore dell’NSA.
Al momento la redazione di Reported.ly è composta da sei giornalisti che hanno particolare esperienza nel mondo dei social media e che vivono ognuno in una città diversa. Oltre a Carvin, che vive a Washington DC, ci sono l’italiana Marina Petrillo, già giornalista e direttrice di Radio Popolare, diventata famosa su Twitter soprattutto dal 2011 per la sua copertura delle insurrezioni in Egitto e della Primavera Araba; Malachy Browne, ex direttore di Storyful, da Dublino; il giornalista freelance greco Asteris Mousteris; Kim Bui, ex giornalista di Digital First Media, e Wendy Carrillo, ex conduttrice e produttrice radiofonica, entrambe da Los Angeles.
Nel suo editoriale Carvin spiega che Reported.ly si basa su un utilizzo dei social media diverso rispetto a quello della gran parte dei giornali e dei siti di news, che considerano Twitter, Facebook, Instagram, Reddit e via dicendo semplicemente delle esche per attirare lettori sul sito e aumentare il numero di visite e pagine viste.
«Ogni giorno, in tutto il mondo, avvengono online conversazioni solide e informate: troppo spesso queste conversazioni sono ignorate dalla stampa, interessata soltanto alla propria copertura delle notizie.
Qui è dove interviene Reported.ly. Siamo una squadra internazionale di giornalisti che si occupano da anni di organizzare comunità online, trovare e raccontare le notizie. Non cerchiamo di allontanare le persone dalle loro comunità online preferite per raccattare un po’ di pagine viste. Siamo orgogliosi di essere membri attivi e impegnati di Twitter, Facebook, Reddit, non meglio di chiunque altro. Vogliamo raccontare storie da tutto il mondo, facendo un servizio alle comunità online che sono le nostre piattaforme più importanti per trovare e raccontare le notizie, non secondarie a qualche sito o qualche app. Dimenticatevi il native advertising: vogliamo produrre native journalism per le persone sui social media, insieme alle persone che ne fanno parte»
Il progetto di Carvin prosegue di fatto il lavoro che ha svolto individualmente in questi anni e lo stesso vale per Marina Petrillo e gli altri giornalisti coinvolti nel progetto, che hanno raccontato gli accadimenti più significativi nel mondo – dalla Primavera araba alla guerra tra Russia e Ucraina – in tempo reale su Twitter, servendosi spesso di segnalazioni, spiegazioni e testimonianze dirette pubblicate sui social network da colleghi, persone comuni ed esperti. Carvin spiega che l’obiettivo dei giornalisti di Reported.ly è aiutare i lettori a districarsi tra le notizie offrendosi come una sorta di guida:
«Siamo giornalisti e storytellers : non guru, rockstar o sedicenti esperti. Non abbiamo tutte le risposte e non pretendiamo di averle. Preferiamo ascoltare piuttosto che impartire lezioni. Questo è il nostro lavoro e la nostra passione, ma non ci rende migliori di voi»
Una pagina del sito è dedicata all’esposizione dei valori che guidano il progetto di Reported.ly: dalla più tradizionale idea di trasparenza all’intenzione di lavorare con i lettori, fino alla consapevolezza che è necessario un tipo di giornalismo più dinamico: «i fatti si evolvono continuamente», scrive Carvin, per cui «quello che crediamo vero può cambiare in un istante». In particolare, Carvin e gli altri giornalisti propongono un rapporto onesto e paritario con il lettore: «nessuno di noi avrà mai paura di dire pubblicamente “non lo so”, perché è quello che succederà per molte breaking news e meritate di saperlo. Riconoscere quel che sappiamo e quel che non sappiamo è una forza professionale, non una debolezza». Carvin aggiunge anche che i giornalisti di Reported.ly saranno pronti ad ammettere i loro errori e aggiunge: «non vi diremo mai stronzate, prendendo tempo mentre cerchiamo di imparare tutto: ci impegniamo a essere completamente onesti su quel che sappiamo, quello che non sappiamo e perché».
Per questo motivo potrà succedere che i giornalisti riporteranno anche notizie non confermate, per dare meglio il quadro della situazione e smentirle – nel caso – anche con l’aiuto dei lettori: «Ma saremo sempre chiari su quel che non è stato confermato. Quello di cui parleremo sui social media non dovrebbe essere visto come la conclusione del nostro lavoro sulle notizie ma come l’inizio di una conversazione pubblica che speriamo ci aiuti a distinguere i fatti dalla fantasia. Quando c’è una voce o una notizia che diventa virale, non faremo finta che non esiste. Ce ne occuperemo e la esploreremo insieme».