La Russia contro BuzzFeed
C'entrano un articolo e un video sulla Cecenia: BuzzFeed li ha rimossi e l'agenzia russa che si occupa di Internet ha ringraziato per la «cooperazione»
di Michael Birnbaum – Washington Post
L’agenzia che controlla Internet in Russia ha minacciato di bloccare BuzzFeed, il sito statunitense di news virali e intrattenimento: è la prima volta che un’organizzazione di notizie statunitense è interessata dalle campagne russe contro giornali e giornalisti indipendenti e di opposizione. A comunicare la notizia è stato il sito stesso.
Venerdì scorso BuzzFeed ha pubblicato una email in cui l’agenzia russa spiegava che un articolo apparso sul sito il mercoledì precedente riguardante i recenti attacchi dei ribelli in Cecenia «conteneva incitamenti alla rivolta, ad attività estremiste e alla partecipazione a manifestazioni pubbliche di massa». L’agenzia, nella email, spiegava che BuzzFeed sarebbe stato bloccato in Russia se i contenuti offensivi non fossero stati rimossi entro un giorno.
In una successiva email a BuzzFeed, l’agenzia chiariva che l’avvertimento era stato causato da un video dei separatisti ceceni che era stato incluso nell’articolo. Nel video alcune persone che dicevano di essere ribelli rivendicavano gli attacchi. Il video era stato pubblicato su YouTube ma sembrava avere legami con un sito di separatisti ceceni già messo al bando in Russia. YouTube aveva poi rimosso il filmato dicendo che violava le sue condizioni di servizio e anche BuzzFeed aveva rimosso il video non più funzionante, come ha spiegato la responsabile Esteri di BuzzFeed.
Un portavoce dell’agenzia russa ha detto sabato che la richiesta era stata fatta a causa degli appelli a «uccidere persone» presenti nel video. Nelle successive email a BuzzFeed, l’agenzia ringraziava per la «cooperazione», lasciando intendere che il sito non sarebbe stato bloccato.
Le minacce contro BuzzFeed, che sta investendo molto nelle sue redazioni internazionali, sono arrivate in un momento in cui la Russia ha aumentato i suoi sforzi per bloccare siti web che pubblicano contenuti estremisti. La scorsa settimana l’agenzia ha temporaneamente bloccato il sito di condivisione video Vimeo, poiché conteneva un video di reclutamento dello Stato Islamico (IS), pubblicato lo scorso settembre. Anche la piattaforma di programmazione collettiva GitHub è stata temporaneamente bloccata a causa di alcuni post sui metodi di suicidio. L’agenzia ha anche chiesto a Twitter di bloccare certi account di utenti, in Russia.
I critici dicono che i criteri adottati dall’agenzia sono vaghi e che l’applicazione delle sue decisioni viene spesso usata come copertura per colpire blogger legati all’opposizione. Lo scorso marzo l’agenzia ha bloccato l’accesso a numerosi siti web dell’opposizione.
Prima di questo non ci sono stati altri casi in cui l’agenzia ha preso di mira siti di notizie occidentali e in lingua inglese. Lo scorso agosto ha emesso un avvertimento per il sito in lingua russa BBC Russia a causa di un’intervista in cui un artista difendeva l’idea che la Siberia dovesse avere maggiore autonomia dalla Russia.
La Cina, che esercita un controllo su Internet molto superiore a quello della Russia, ha bloccato diversi siti di news nel suo territorio, inclusi quelli del New York Times e di Bloomberg News, a causa di articoli ritenuti critici del governo di Pechino.
©2014 – The Washington Post