L’uomo che non ha lasciato l’azienda ai dipendenti
La Stampa racconta che la storia modello diffusa da molti giornali e siti ieri non era vera (ma è un modello apprezzabile lo stesso)
Nei giorni scorsi era stata ripresa da molti siti di news e quotidiani la notizia della scelta di un imprenditore veneto morto di recente di lasciare la propria azienda ai 25 dipendenti, piuttosto che ad altri eredi a lui più vicini. La storia aveva impressionato come modello di legame con l’azienda e con chi l’ha costruita col proprio lavoro, e come tale era stata diffusamente commentata. Ma giovedì si è capito che la versione non era vera ed era basata su ipotesi poco verificate, come spiega venerdì la Stampa, uno dei pochissimi giornali a smentire la notizia (Massimo Gramellini aveva raccontato con enfasi la storia rivelatasi falsa sulla prima pagina della Stampa giovedì).
Martini non si era mai sposato e non aveva figli. Solo un fratello, deceduto e due sorelle con rispettivi nipoti. Ma la lettura delle ultime volontà ha smentito tutti, compagna compresa: Martini ha ceduto il 100% dell’azienda a Cristina De Rosso, suo braccio destro, da oltre 30 anni responsabile amministrativo e finanziario nonché procuratore della società. De Rosso ieri non era in azienda, e non è stato possibile raggiungerla al telefono. Secca la risposta della compagna Furlan: «Non ho nulla da dire». E i dipendenti? Tutti sereni, almeno all’apparenza. «Siamo stati informati delle volontà testamentarie ieri – si legge in una nota – Condividiamo la volontà, con la signora Cristina De Rosso, di far proseguire l’attività di Dioma con il supporto di tutti i colleghi che da molti anni sono presenti in azienda e rappresentano il capitale umano e le competenze della società». «Siamo uniti a Cristina – si prosegue – con l’auspicio per tutti noi di un buon lavoro, certi che l’impegno di tutti permetta di proseguire ciò che il signor Leonardo aveva creato».
(leggi per intero sulla Stampa)