Il messaggio di un docente universitario agli studenti che pubblicano il messaggio bufala di Facebook
In sintesi: se studiate giurisprudenza e avete abboccato, forse è il caso che cambiate carriera
Guido Saraceni è un professore universitario: è laureato in Giurisprudenza e insegna tra le altre cose Informatica giuridica all’università di Teramo. Sulla pagina Facebook che usa per comunicare con i suoi studenti ha pubblicato un avviso diretto a chi ha pubblicato il messaggio bufala sulla privacy, invitando gli studenti di Informatica giuridica che lo avessero fatto a ripensare alle proprie aspirazioni e attitudini, diciamo.
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Da qualche giorno molti utenti stanno pubblicando sui loro diari di Facebook un messaggio che, citando diverse fantomatiche leggi, dovrebbe servire a tutelare la privacy di chi lo pubblica ed evitare che il social network utilizzi le informazioni personali dei suoi iscritti. Il testo che sta comparendo su migliaia di profili è questo:
A causa del fatto che Facebook ha scelto di includere un software che permette il furto di informazioni personali, dichiaro quanto segue: oggi, giorno 25 novembre 2014, in risposta alle nuove linee guida di Facebook e articoli l. 111, 112 e 113 del Codice della proprietà intellettuale, dichiaro che, i miei diritti sono associati a tutte le mie informazioni personali, dipinti, disegni, fotografie, testi, ecc… postati sul mio profilo. Per l’uso commerciale di quanto sopra, è necessario il mio consenso per iscritto in qualsiasi momento.
Chi legge questo testo può copiarlo e incollarlo nella propria bacheca di Facebook. Ciò consentirà di porsi sotto la protezione del diritto d’autore. Informo Facebook, che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire, diffondere o fare qualsiasi altra azione contro di me, sulla base di questo profilo e / o dei suoi contenuti. Le misure di cui sopra si applicano anche ai dipendenti, studenti, agenti e / o dipendenti, sotto la direzione di Facebook. Le informazioni riservate sono incluse nel contenuto del profilo. La violazione della mia privacy è punibile dalla legge (UCC 1 1 1 1-308-308-308-103 e Lo Statuto di Roma). Tutti i membri sono invitati a pubblicare un annuncio di questo tipo, o se si preferisce, questo testo può essere copiato e incollato. Se non si pubblica questa dichiarazione almeno una volta, tacitamente si consente l’utilizzo di elementi quali foto, così come le informazioni contenute nell’aggiornamento del proprio profilo.
Il messaggio deve parte della sua ampia diffusione al fatto che funziona più o meno come una catena di sant’Antonio: sostiene che se non lo si pubblica e non lo si condivide si subirà una sorta di sanzione, nel caso specifico la possibilità che Facebook utilizzi i propri dati. Le cose scritte nel messaggio sono però false e non basta certo pubblicare un contenuto del genere sul proprio profilo per avere qualche tutela in più per quanto riguarda la privacy. Inoltre il messaggio è una traduzione piuttosto letterale (e goffa) di un testo simile che sta circolando sui profili in lingua inglese di Facebook, e anche per questo motivo riporta articoli e leggi che non riguardano l’Italia.
Qualcosa di analogo era già accaduto in passato con altri avvisi fasulli e contenenti bufale sulla privacy e l’utilizzo dei dati da parte di Facebook. In molti ci stanno cascando perché nelle ultime settimane Facebook ha iniziato ad avvisare i suoi iscritti sull’imminente introduzione di alcune nuove regole legate alla tutela dei loro dati personali. Le modifiche, almeno questa volta, riguardano più che altro una semplificazione delle norme sulla privacy, come richiesto da tempo da associazioni per la difesa della privacy e dagli stessi iscritti al social network.
L’avviso sull’imminente modifica viene mostrato di frequente e di conseguenza i meno esperti pensano che con la pubblicazione del messaggio possano tutelarsi in qualche modo. Ma l’unica soluzione davvero efficace, se non si è d’accordo con il modo in cui Facebook tratta i propri dati personali, è non iscriversi a Facebook.