Un nuovo attacco nel nord del Kenya
I miliziani del gruppo estremista somalo al-Shabaab hanno attaccato una cava, hanno separato i lavoratori cristiani dai musulmani e hanno ucciso i cristiani
Aggiornamento delle 17: Il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta ha licenziato il ministro dell’Interno e ha accettato le dimissioni del capo della polizia nazionale, in seguito all’attacco nella cava nel distretto di Mandera in cui sono stati uccisi 36 lavoratori. David Kimaiyo, il capo della polizia, ha detto che le sue dimissioni sono legate a “motivi personali”. Kenyatta ha nominato come nuovo ministro dell’Interno Joseph Nkaissery, un esponente dell’opposizione ed ex generale dell’esercito.
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Alcuni uomini armati hanno ucciso 36 lavoratori di una cava nel distretto di Manderaa, nel nord-est del Kenya. La notizia è stata confermata dagli operatori della Croce Rossa (che erano vicini al luogo dell’attacco) e anche dal governatore della regione. Qualche ora dopo, l’attacco è stato rivendicato dal gruppo di estremisti islamici di al-Shabaab: è avvenuto martedì mattina presto e, secondo alcune testimonianze riportate dalle agenzie di stampa, mentre gli operai stavano dormendo nelle loro tende. Gli uomini armati avrebbero separato i musulmani dai cristiani e sparato a questi ultimi. Reuters cita anche un testimone che dice che alla maggior parte dei lavoratori è stato sparato alla testa e che quattro di loro sono stati decapitati.
L’attacco è avvenuto nella cava di Korome a circa 15 chilometri dalla città di Mandera, al confine con Somalia ed Etiopia: è un territorio dominato da somali, in gran parte musulmani. La maggior parte degli operai proveniva invece dal sud del paese, a maggioranza cristiana.
Il governatore della regione di Mandera ha messo in connessione l’ultimo attacco a quello che è accaduto sempre nella stessa zona lo scorso 22 novembre quando i militanti del gruppo terrorista somalo al-Shabaab avevano ucciso 28 passeggeri a bordo di un autobus costringendo tutti a recitare dei versi del Corano per individuare i musulmani dai non musulmani: quelli che non ci sono riusciti sono stati uccisi con dei colpi di arma da fuoco alla testa.
Il Kenya ha subito una intensificazione degli attentati dall’ottobre del 2011, cioè da quando i soldati del Kenya sono intervenuti in Somalia per fermare l’avanzata di al-Shabaab. L’attacco più violento è stato compiuto nel settembre 2013, quando alcuni miliziani del gruppo hanno assaltato il centro commerciale Westgate a Nairobi, uccidendo 67 persone.
Al-Shabaab, che in arabo significa “la gioventù”, è un gruppo formato da estremisti islamici che si è sviluppato dall’Unione delle Corti Islamiche in Somalia, una rete di gruppi islamici che all’inizio del 2006 prese il controllo di Mogadiscio, la capitale somala. Fino a due anni fa al-Shabaab aveva il controllo di buona parte del territorio somalo e compiva attacchi piuttosto frequenti anche in Kenya: dopo essere stati attaccati dall’esercito somalo e da un contingente di forze regionali – tra cui soldati keniani – i membri di al-Shabaab hanno abbandonato Mogadiscio e diverse altre città del sud del paese, tra cui l’importante porto di Chismaio, e si sono concentrati nelle zone rurali del nord del paese. Nel 2012 l’organizzazione ha annunciato di essersi affiliata con al-Qaida.
Foto: una manifestazione a Nairobi per chiedere maggiore sicurezza per i cristiani dopo l’attacco all’autobus del 22 novembre in cui sono morte 28 persone (TONY KARUMBA/AFP/Getty Images)