Il nuovo World Trade Center, stroncato
Sul maggior quotidiano della sua città e del mondo, dal suo critico d’architettura ufficiale
Michael Kimmelman, il principale critico di arte e di architettura del New York Times, ha bocciato il nuovo One World Trade Center, conosciuto anche come “Freedom Tower”, il più importante e famoso tra gli edifici che hanno preso il posto delle Torri Gemelle distrutte dagli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. In un articolo del 29 novembre Kimmelman spiega la sua opinione sul grattacielo di Lower Manhattan, dicendo che «definirlo “non male” non dovrebbe mai essere abbastanza». Secondo il critico, il nuovo Trade Center è il risultato dell’opportunismo politico, di un pensiero fuori moda e delle priorità urbane capovolte: i turisti cominceranno presto a visitarlo e gli inquilini ad abitarlo, ma anche un grattacielo di questo tipo deve essere qualcosa di più che alto e lucente.
Kimmelman descrive la Freedom Tower: «Il suo esterno, con i vetri a specchio, è opaco e l’edificio sembra un obelisco accorciato. Gli angoli smussati e spessi formano pavimenti ottagonali e una facciata di triangoli intrecciati. Da ovunque lo si guardi, nord est sud e ovest, l’edificio sembra sempre uguale».
La Freedom Tower è stata dichiarata ufficialmente il 12 novembre 2013 – grazie alla sua antenna – il grattacielo più alto degli Stati Uniti, superando la Willis Tower di Chicago. È stato ritenuto il grattacielo più alto nonostante abbia sei piani in meno e il tetto sia più basso di circa 30 metri rispetto alla Willis Tower: quello che ha fatto la differenza, secondo l’organizzazione di Chicago, è l’antenna, o meglio, l’interpretazione di cosa sia un’antenna. Infatti i membri dell’organizzazione di Chicago hanno stabilito che in questo edificio la guglia diventa un elemento fondamentale e permanente e per questo è stata inclusa nel calcolo dell’altezza dell’edificio, rendendolo così il più alto dell’emisfero occidentale.
Kimmelman non concorda con questa decisione, scrivendo che «tenere conto dell’antenna per definire l’altezza del One World Trade Center è come contare gli avanzi a una gara a chi mangia più hot dog. Così l’edificio è diventato il più alto dell’emisfero occidentale, come se questo significasse qualcosa». Senza la guglia il grattacielo è alto 1368 piedi (416,9 metri), che era l’altezza della Torre Nord del vecchio World Trade Center, mentre con la guglia arriva all’altezza simbolica di 1776 piedi (541,3 metri), in riferimento all’anno dell’adozione della Dichiarazione di Indipendenza da parte del Congresso.
Rimpiazzare le Torri Gemelle con un altro grattacielo di uffici avrebbe dovuto mostrare lo spirito di New York, capace di riscattarsi dopo gli attentanti del 2001. Secondo Kimmelman invece il nuovo World Trade Center sembra dimostrare – ingiustamente – una città priva di nuove idee. L’architetto che ha realizzato la Freedom Tower – David Childs – ha disegnato anche il 7 World Trade, il nuovo edificio costruito al posto del WTC7 crollato sempre durante gli attacchi terroristici, definito da Kimmelman «un elegante edificio in vetro, con un profilo che cambia a seconda di come l’osservatore si muove intorno».
Invece, One World Trade Center, costruito per essere il più alto grattacielo dell’emisfero occidentale, ha richiesto rafforzamenti costosissimi e a Childs è stato affidato un compito praticamente impossibile: creare una torre che fosse malinconica e altissima, aperta ma invulnerabile, dignitosa ma non scialba. Childs aveva pensato a un’antenna elaborata e a una base conica, ma le due idee sono state scartate, insieme a molte altre e l’edificio non è stato costruito esattamente come l’architetto lo aveva immaginato (come d’altronde accade quasi sempre).
Kimmelman racconta anche che si era pensato a uno sviluppo dell’area del World Trade Center più residenziale, culturale e più raccolta, che avrebbe accolto il crescente desiderio dei newyorkesi di un quartiere più vero, a misura d’uomo. Ma questa idea fu rivista per assecondare le ambizioni politiche dell’ex-governatore di New York, George E. Pataki, gli interessi commerciali di Larry Silverstein, un costruttore che aveva una parte ampia di controllo sulla zona, e altri che spingevano per grattacieli vetrati intorno alla piazza. Secondo Kimmelman se il nuovo One World Trade Center fosse stato costruito dopo, rispetto agli altri edifici della piazza e al ritorno alla vita nella zona, probabilmente il progetto sarebbe stato molto diverso da una piazza di uffici vecchio stile, destinata a rimanere vuota la sera – l’ultima cosa che desidera la nuova generazione di newyorkesi.
Kimmelman però non ha solo critiche per il nuovo grattacielo: «Guardando il lato positivo, l’edificio è all’avanguardia, con ascensori supersonici e un atrio bianco, con le volte e i muri anti-esplosione mascherati da allegra arte astratta. Le finestre verticali sottili lasciano passare strisce di luce naturale attraverso fessure nella base di calcestruzzo, e i vetri prismatici, in colori pastello, ammorbidiscono le altissime entrate da Vesey e Fulton Street».
Molti newyorkesi odiavano le Torri Gemelle, ma i loro angoli scolpiti catturavano la luce del sole all’alba e al tramonto, creando strisce luminose argentee e arancioni: le torri cambiavano a seconda di dove ti trovavi, a seconda dell’ora. Il One World Trade Center invece è simmetrico e con i suoi angoli pesanti è esattamente il contrario dell’incorporeità. Secondo Kimmelman non c’è mistero, nessun gioco di luce né metamorfosi nel tempo, nulla che trattenga lo sguardo dell’osservatore.
Un giorno, scrive Kimmelman sul New York Times, le porte che ora bloccano Vesey e Fulton Street potrebbero scomparire, i negozi potrebbero fiorire intorno agli uffici e riempire la piazza dove c’è il memoriale, in modo da far diventare la piazza più simile a un parco: «La vita ha un suo modo di conquistare i luoghi meno promettenti di New York. Fino ad allora, il One World Trade Center sarà un ammonimento: il pubblico ha un ruolo fondamentale nella resa di un luogo e in questo caso non è stato preso in considerazione. Ci sono altri grandi progetti – come Hudson Yards, Penn Station e Roosevelt Island – che rimodelleranno le strade e lo skyline della città e il loro design è affare di tutti».