Una notte di scontri a Hong Kong
Sono stati i più gravi dall'inizio delle proteste a favore della democrazia: ci sono stati almeno 40 arresti e decine di feriti
Nella notte tra domenica 30 novembre e lunedì 1 dicembre ci sono stati violenti scontri tra polizia e manifestanti pro-democrazia a Hong Kong, dopo che un centinaio di persone hanno cercato di occupare Admiralty, il quartiere dove si trovano i palazzi governativi. Gli scontri principali si sono verificati su Lung Wo Road, la superstrada che passa accanto Admiralty, a Tamar Park, dove si trova il presidio dei manifestanti, e attorno ai palazzi governativi (quello del Legislative Council e quello dove si trova l’ufficio del governatore del territorio).
Gli scontri sono i più gravi che si siano verificati dallo scorso 28 settembre, da quando sono cioè iniziate le proteste per chiedere le dimissioni del capo del governo locale, Leung Chun-ying, e elezioni libere nel 2017. La polizia ha usato manganelli, cannoni ad acqua e spray urticanti per disperdere la folla: almeno 40 persone sono state arrestate e 100 agenti (oltre che decine di manifestanti) sono stati feriti. Il governo, nel frattempo, ha dovuto sospendere la seduta che era in corso e per la giornata di lunedì è stato ordinato ai dipendenti di restare a casa.
«L’azione mirava a paralizzare il funzionamento del governo», ha spiegato uno dei leader degli studenti, Alex Chow. Il responsabile della sicurezza di Hong Kong, Lai Tung-kwow, ha accusato gli studenti per la violenza delle ultime manifestazioni, dicendo che molti di loro erano a volto coperto e hanno lanciato diversi oggetti contro gli agenti. Lai Tung-kwow ha anche rivendicato l’uso della forza da parte della polizia: «Gli agenti non hanno scelta, è il loro dovere ristabilire la legge e l’ordine», ha spiegato durante una conferenza stampa.
Le proteste a Hong Kong non si sono mai fermate dalla fine di settembre. Dopo un primo momento di grande partecipazione, le manifestazioni sono via via state meno intense. Hanno però ripreso forza intorno a metà novembre quando il tribunale locale ha ordinato lo smantellamento dei tre principali campi di protesta: il primo si trova proprio attorno alle sedi governative ad Admiralty, il secondo nell’area commerciale di Causeway Bay e il terzo in quella popolare e turistica di Mong Kok sulla penisola di Kowloon evacuato la settimana scorsa con il conseguente arresto di circa 100 persone.