La grande mostra di Hokusai a Parigi
Al Grand Palais, fino al 18 gennaio 2015: saranno esposte oltre 500 opere dell’artista giapponese più conosciuto al mondo
Dallo scorso primo ottobre fino al 18 gennaio 2015 il Grand Palais di Parigi dedica una grande retrospettiva a Katsushika Hokusai (1760-1849), uno dei più noti e influenti artisti giapponesi del XIX secolo e probabilmente l’artista giapponese più conosciuto al mondo. La mostra raccoglie oltre 500 opere — tra cui stampe, libri, numerosi dipinti inediti e preziosi bozzetti, molti dei quali mai esposti — che ritraggono paesaggi e scene di vita quotidiana del Giappone tra il XVIII e il XIX secolo, organizzati seguendo cronologicamente i cambiamenti nello stile di Hokusai nel corso di sei diversi periodi della sua vita.
Un’intera sezione della mostra è dedicata ai suoi manga (Hokusai manga, “schizzi sparsi di Hokusai”), una raccolta di 15 libricini con circa 4mila xilografie, considerati gli antenati degli attuali fumetti, che raffigurano scene quotidiane: questi disegni, tra ritratti, paesaggi, disegni da manuale, scene corali e caricature, rappresentano un catalogo visivo di costumi, della storia e della vita nel Giappone dell’epoca e furono uno dei primi prodotti artistici non elitari, accessibili anche alle classi più povere della società giapponese.
Hokusai (che in giapponese vuol dire “studio della stella polare”) divenne molto famoso in Europa dopo la sua morte, nel 1849, quando alcune delle sue stampe vennero scoperte poiché usate come carta d’imballaggio per oggetti preziosi spediti dal Giappone. Molti artisti francesi cominciarono ad appassionarsi al suo stile, a collezionare le sue stampe e addirittura a riprodurle o imitarle: tra questi Monet, Van Gogh e Gauguin.
Per capire l’importanza di Hokusai basti pensare alla sua opera più famosa, “La grande onda di Kanagawa”, una xilografia in stile ukiyo-e (un genere di stampa artistica sviluppatasi nel periodo Edo, tra il XVII e il XX secolo), pubblicata la prima volta nel 1832: ukiyo-e vuol dire “immagini del mondo fluttuante”, ed è un termine di derivazione buddista descritto così dallo scrittore giapponese Asai Ryōi: “Contemplare gli spettacoli naturali della luna, della neve, della fioritura dei ciliegi e delle foglie di acero, il gusto di cantare canzoni, bere sakè e provare piacere soltanto nel fluttuare, lungo la corrente del fiume come un secco guscio di zucca”. La grande onda ispirò anche il compositore francese Claude Debussy, che nel 1905 realizzò tre schizzi sinfonici intitolati La mer: sulla copertina della prima edizione dello spartito c’era proprio una riproduzione della famosa opera di Hokusai.