Le dimissioni del primo ministro di Taiwan
Ha lasciato l'incarico dopo una grave sconfitta alle elezioni locali: ora si parla di come cambieranno le relazioni del paese con la Cina, fortemente sostenute dal suo partito
Sabato 29 novembre il primo ministro di Taiwan, Jiang Yi-huah, si è dimesso dopo che il suo partito ha subito una grave sconfitta nelle elezioni locali. Il Kuomitang, il partito attualmente al governo, ha perso diversi distretti in tutto il paese e rischia di perdere anche il posto di sindaco della capitale, Taipei (lo spoglio è ancora in corso). Jian ha annunciato le sue dimissioni dichiarando di prendersi tutte le responsabilità per la sconfitta e inchinandosi davanti ai suoi sostenitori insieme al suo staff e alla sua famiglia.
Queste elezioni erano considerate da molti una sorta di referendum sulle politiche di riavvicinamento alla Cina portate avanti dal Kuomitang. La Cina continentale si è separata da Taiwan in seguito alla guerra civile terminata nel 1949 e il governo cinese vede Taiwan come una parte del territorio nazionale solo momentaneamente separata dal resto del paese. Per quanto tra i due paesi e tra gli Stati Uniti, principale alleato di Taiwan, esistano alcune tensioni, le loro relazioni economiche sono molto migliorate negli ultimi anni, soprattutto grazie agli sforzi del Kuomitang.
Il principale partito di opposizione, il Partito Democratico Progressista (DPP), è favorevole a una Taiwan indipendente, anche economicamente. Secondo i sostenitori del DPP, rendere Taiwan economicamente dipendente dalla Cina rischia però di mettere le basi per una futura riunificazione dei due paesi. Le elezioni di sabato sono considerate anche un test in vista delle elezioni presidenziali del 2016: una futura vittoria del DPP potrebbe portare a un peggioramento delle relazioni con la Cina che a sua volta, almeno secondo i leader del Kuomitang, avrebbe delle ripercussioni negative sull’economia del paese e causerebbe tensioni in tutta l’area.