Quanto costa un discorso di Hillary Clinton in un’università
Circa 240.000 euro, ma servono anche hummus, un podio speciale e del ginger ale senza zucchero: l'ha scoperto il Washington Post
di Daniel Politi – Slate
Il Washington Post ha sfruttato il Freedom of Information Act – una legge statunitense che permette ai giornalisti e studiosi di avere accesso agli archivi di stato nazionali e a diversi documenti riservati – per capire quanto e cosa Hillary Clinton chieda per andare a parlare a un incontro organizzato in una università americana. È innanzitutto una questione di soldi: Clinton chiede 300mila dollari (circa 240mila euro), che è una specie di “tariffa speciale per le università”. Questa è stata la risposta che ha ricevuto la UCLA (University of California, Los Angeles) quando ha chiesto se era possibile applicare un qualche tipo di sconto a un’università pubblica.
Nonostante il costo piuttosto elevato – è prassi che i personaggi pubblici molto popolari si facciano pagare per rivolgere discorsi in aziende o istituzioni private – UCLA ha deciso di “prenotare” Clinton, che oltre a essere stata la first lady tra il 1993 e il 2001 è stata anche senatrice per lo stato di New York tra il 2001 e il 2009 e segretario di Stato nel primo mandato della presidenza Obama, dal gennaio 2009 al febbraio 2013. Il denaro, comunque, non è tutto quello che ha chiesto Clinton per andare a parlare a UCLA: ci sono state molte altre richieste, che hanno tenuti impegnati gli organizzatori fino all’incontro vero e proprio che si è tenuto il 5 marzo 2014. Per esempio l’università ha deciso di consegnare a Clinton la medaglia di UCLA: lo staff di Clinton, che gestisce con attenzione tutte le sue apparizioni pubbliche, ha chiesto che la medaglia fosse consegnata in un apposito contenitore e non messa attorno al collo. Clinton ha anche richiesto di avere sul palco:
– fette di limone, acqua a temperatura ambiente, una caraffa di acqua calda, una tazza per versare il caffè e un piattino;
– un computer, un mouse, una stampante e uno scanner;
– hummus;
– sedie con due cuscini grossi e rettangolari da tenere nel backstage, nel caso Clinton “abbia bisogno di un sostegno aggiuntivo per la schiena”;
– un gobbo elettronico e due schermi sotto il palco;
– un podio speciale (il suo team aveva rifiutato il podio che era stato predisposto inizialmente per l’incontro);
– caffè;
– tè;
– acqua frizzante e naturale a temperatura ambiente;
– ginger ale senza zucchero;
– un piatto di verdure crude;
– frutta già tagliata;
– approvazione richiesta per qualsiasi materiale promozionale;
– la registrazione è permessa per l’archivio, ma solo un video di massimo due minuti può essere caricato su YouTube;
– organizzare i gruppi per le foto di gruppo prima dell’arrivo di Clinton, così che non debba aspettare “che queste persone si mettano d’accordo e si muovano tutte insieme”. A Clinton “non piace stare ferma ad aspettare le persone“.
Un portavoce di Hillary Clinton ha rifiutato di commentare le richieste.
© Slate