Cuperlo: il PD è un partito di centro che guarda a destra
«A me non importa nulla di fare la minoranza di sinistra in un partito di centro che guarda a destra»
Gianni Cuperlo, deputato ed ex presidente del Partito Democratico, ha spiegato in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera perché è uscito dall’aula della Camera insieme con altri 28 deputati del PD al momento della votazione sul “Jobs Act”, definendolo «un gesto forte e anche doloroso» che però non porterà alla creazione di un gruppo parlamentare autonomo o di iniziative politiche fuori dal partito.
«Sono stanco di sentire evocare o minacciare una scissione. Io vivo il PD come il mio partito. Gli voglio bene e non si minaccia qualcuno quando si vuole bene. Renzi è anche il mio segretario. Però questo partito non è quello che abbiamo pensato. A me non importa nulla di fare la minoranza di sinistra in un partito di centro che guarda a destra. Mi batto per il partito di una sinistra rinnovata in contenuti, forme, linguaggio. Questa è la nostra casa. E non ci stiamo per fare agguati al governo, ma per tornare a parlare alle persone dopo uno sconquasso che ha minato mura portanti. Che sinistra è quella che non riparte dai più colpiti e soli?»
La minoranza all’interno del PD, di cui Cuperlo fa parte, ha criticato duramente alcune delle norme previste all’interno del “Jobs Act”, che è una legge delega, cioè un testo che pone alcuni principi fondamentali all’interno dei quali il Parlamento delega il governo ad assumere decisioni. La legge è stata votata lo scorso 25 novembre alla Camera, dove ha ricevuto alcune modifiche soprattutto per quanto riguarda il sistema dei licenziamenti e delle assunzioni, e dovrà essere esaminata nuovamente dal Senato prima di essere approvata in via definitiva.