Il M5S ha espulso due deputati
Una consultazione online ha deciso che i due parlamentari accusati di non avere restituito parte dello stipendio non faranno più parte del Movimento 5 Stelle
Aggiornamento delle 19.15: Sul blog di Beppe Grillo sono stati comunicati i risultati della consultazione online che doveva decidere se espellere dal Movimento 5 Stelle i deputati Massimo Artini e Paola Pinna, accusati di non aver restituito parte dello stipendio: ha votato a favore dell’espulsione il 69,8% (19.436 voti), ha votato contro l’espulsione il 30,2% (8.382 voti). I partecipanti alla consultazione in totale sono stati 27.818.
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Questa mattina sul blog di Beppe Grillo è stata aperta una “consultazione online” per espellere due deputati per violazione del “codice di comportamento” – quello che gli eletti a Camera e Senato hanno dovuto sottoscrivere al momento della candidatura – nel punto in cui si parla della restituzione di parte dello stipendio. Questo, si legge sul blog, oltre a costituire un tradimento del patto con gli elettori «impedisce a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro». Finora infatti «con i 10 milioni di euro restituiti dagli altri cittadini parlamentari, il Movimento 5 Stelle ha creato lavoro con i fatti, finanziando la nascita di nuove imprese». La votazione resterà aperta fino alle 19 di oggi.
I due deputati sono stati eletti alla Camera nel 2013 e sono Massimo Artini (eletto in Toscana) e Paola Pinna (eletta in Sardegna). Risulta che Paola Pinna «non faccia bonifici sul fondo per il microcredito da quasi un anno» mentre Massimo Artini «da gennaio ha applicato un sistema di rendicontazione personale dove mancano all’appello 7.000 euro». Nonostante i solleciti Pinna non ha effettuato i versamenti (avendo segnalato sul suo sito di aver versato l’indennità alla Caritas) e Artini «continua a non utilizzare il portale online per le rendicontazioni e quindi a non restituire i rimborsi spese». Artini era intervenuto in modo critico nei confronti del M5S giusto ieri su Repubblica, dopo i risultati delle elezioni regionali in Emilia Romagna (dove la candidata del Movimento 5 Stelle, Giulia Gibertoni, ha ottenuto il 13,3 per cento dei voti) e in Calabria (dove Cono Cantelmi ha ottenuto il 4,8 per cento circa).
Spero che qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho sacrificato parte della mia vita per vedere accadere tutto questo.
— Federico Pizzarotti (@FedePizzarotti) November 27, 2014
Alle elezioni di febbraio 2013 alla Camera il Movimento 5 Stelle aveva ottenuto 109 seggi. Cinque deputati nel corso del tempo hanno lasciato il gruppo passando al gruppo misto: Alessandro Furnari e Vincenza Labriola il 6 giugno 2013, Adriano Zaccagnini il 25 giugno 2013, Ivan Catalano e Alessio Tacconi il 27 febbraio 2014. Al Senato il M5S ha ottenuto 54 seggi. I senatori usciti dal gruppo sono 15: Marino Germano Mastrangeli (30 aprile 2013), Paola De Pin e Adele Gambaro (23 giugno 2013), Fabiola Anitori (27 giugno 2013), Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana, Lorenzo Battista (26 febbraio 2014), Alessandra Bencini, Monica Casaletto, Laura Bignami, Maria Mussini e Maurizio Romani (6 marzo 2014), Bartolomeo Pepe (26 marzo 2014), Cristina De Pietro (8 ottobre 2014).
Oggi @MassimoArtini. Domani chi? Baldassarre? Segoni? Rizzetto? Cosa cazzo siamo diventati?
— Marco Baldassarre (@kito_84) November 27, 2014
Negli ultimi giorni ci sono state altre discussioni interne riguardo la parte del codice di comportamento in cui si dice che gli eletti devono “evitare” di partecipare ai talk show televisivi. Il 26 novembre i deputati Sebastiano Barbanti e Tancredi Turco sono infatti intervenuti in collegamento da piazza Montecitorio con il programma di Rai3 Agorà dicendo che è necessario andare in televisione proprio perché è così che la maggior parte delle persone si informa. Il giorno prima il deputato Walter Rizzetto aveva partecipato a Omnibus, su La7, che aveva intitolato il momento “Il Movimento 5 stelle torna in televisione”. Beppe Grillo ha reagito richiamando gli eletti alle regole. Rizzetto ha a sua volta risposto scrivendo sul suo blog: «Non chiedo il permesso ai tuoi cortigiani per parlare del nostro lavoro. Il problema ora mi sembra più tuo che mio».