I finanziamenti russi al Fronte Nazionale
Il partito di Marine Le Pen ha ottenuto milioni di dollari in prestito da una banca vicina a Vladimir Putin: almeno 9, forse di più
Mediapart, un sito francese di news che negli ultimi anni ha raccontato alcuni dei più grandi scandali della politica nazionale, ha pubblicato un aggiornamento su un’inchiesta relativa all’origine di alcuni finanziamenti del Fronte Nazionale, il partito di estrema destra di Marine Le Pen. Mediapart aveva scritto inizialmente che a settembre il Fronte Nazionale aveva ricevuto 9 milioni di euro in prestito dalla First Czech Russian Bank, una banca fondata nella Repubblica Ceca che ora ha sede a Mosca, la capitale della Russia: oggi scrive che il totale del prestito richiesto – e promesso dalla banca russa – non sarebbe però pari a 9 milioni bensì a 40 milioni di euro. Il tesoriere del Fronte Nazionale, Wallerand de Saint-Just, ha confermato a Mediapart il trasferimento dei 9 milioni di euro con un tasso di interesse fisso del 6 per cento. Marine Le Pen ha però negato a AFP che il prestito totale sia pari a 40 milioni di euro: «È una fantasia delirante. Abbiamo chiesto 9 milioni di euro e abbiamo ottenuto 9 milioni di euro».
La notizia del finanziamento al Fronte Nazionale da parte di una banca russa è rilevante per una serie di ragioni: la più importante è che la First Czech-Russian Bank è oggi di proprietà di Roman Jakubovič Popov, un uomo considerato molto vicino al primo ministro russo Dmitri Medvedev e al presidente russo Vladimir Putin. La First Czech-Russian Bank è nata in Repubblica Ceca nel 1996: è stata progressivamente acquisita da Stroytransgaz, una grossa società russa che si occupa della costruzione degli oleodotti, e poi è finita nelle mani di Popov, che in Stroytransgaz era uno dei capi del dipartimento finanziario. Oggi la First Czech-Russian Bank ha diversi filiali, fra cui la European Russian Bank, destinata ad aprirsi a diversi paesi europei tra cui l’Italia: nonostante venga considerata la 43esima banca per grandezza in russa, Popov può contare su buoni e privilegiati rapporti con il governo russo.
C’è poi un problema “politico”. Il finanziamento al Fronte Nazionale è arrivato in un momento molto critico delle relazioni tra Unione Europea e Russia: a settembre i paesi dell’UE avevano già approvato una serie di sanzioni contro individui e istituti bancari responsabili della crisi in Ucraina orientale o considerati vicini al presidente russo Vladimir Putin, che a sua volta è considerato il principale colpevole dell’interferenza russa negli affari interni ucraini (le banche colpite sono Sberbank, VTB Bank, Gazprombank, Vnesheconombank e Rosselhozbank).
Marine Le Pen ha detto che il suo partito ha chiesto finanziamenti a tutte le banche francesi e a diverse banche straniere, ma nessuna ha accettato a eccezione di First Czech Russian Bank. Secondo il tesoriere Wallerand de Saint-Just, in Francia la reticenza delle banche a finanziare un partito è dovuta anche dallo scandalo che ha coinvolto di recente l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, accusato fra le altre cose di avere ricevuto finanziamenti illegali per la sua campagna elettorale presidenziale del 2007. Un altro consigliere del circolo ristretto di Le Pen ha detto a Mediapart che le banche francesi in genere sono piuttosto diffidenti di fronte a proposte di finanziamento a partiti politici, visto che “non si tratta né di un regalo, né di una sovvenzione”.
Mediapart scrive che la concessione del prestito è il risultato di un significativo riavvicinamento politico avviato da Marine Le Pen a partire dal 2011. Da allora il Fronte Nazionale ha cominciato un’attività di lobbying molto forte in Russia, che si è unita a una serie di importanti visite ufficiali. Dopo avere visitato la Crimea – la regione autonoma dell’Ucraina di fatto annessa dalla Russia – Marine Le Pen è andata a Mosca nel giugno del 2013 con Louis Aliot, suo compagno e vicepresidente del Fronte Nazionale: qui ha incontrato il presidente della Camera bassa del parlamento, Sergei Naryshkin, il capo della commissione Affari esteri della Duma, Alexei Pushkov, e il viceprimo ministro russo, Dmitry Rogozin. La stessa Le Pen ha detto della Russia:
«Penso che abbiamo interessi strategici comuni, dei valori comuni, che sono di tutti i paesi europei. Ho la sensazione che l’Unione europea abbia cominciato una Guerra fredda con la Russia. La Russia viene presentata con tratti malvagi, una sorta di dittatura, un paese completamente chiuso: non è la realtà delle cose. Mi sento più in sintonia con questo modello di patriottismo economico che con quello dell’Unione europea»
L’uomo che ha permesso al Fronte Nazionale di ottenere i finanziamenti russi è l’eurodeputato francese di estrema destra Jean-Luc Schaffhauser, che ha fatto da mediatore. Schaffhauser viene considerato molto amico del governo russo: visitò la Crimea subito dopo l’annessione da parte della Russia e fu uno dei volontari stranieri che monitorarono le contestate elezioni del 2 novembre a Donetsk e Luhansk, in Ucraina orientale, organizzate dai separatisti filo-russi (il voto non fu riconosciuto da alcun paese dell’Unione Europea). Durante un viaggio in Russia nel febbraio 2014, Schaffhauser avrebbe presentato a Le Pen Alexander Mikhailovich Babakov, un consigliere del presidente Putin responsabile della cooperazione con l’estero. Durante quel viaggio Le Pen avrebbe incontrato Putin, scrive Mediapart. Da lì, sfruttando anche i contatti di Schaffhauser con First Czech Russian Bank, si sarebbe poi sviluppato il discorso del finanziamento.
Il leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, con l’allora candidato sindaco per la città di Strasburgo, Jean-Luc Schaffhauser
Jean-Christophe Ménard, avvocato che si occupa di questioni legate al finanziamento alla politica, ha spiegato a Mediapart che legalmente non c’è nulla che impedisce a un partito di ottenere un prestito da una banca francese o straniera, a condizione che dietro al prestito non ci sia una specie di “regalo aziendale” o, ovviamente, un giro di riciclaggio di denaro. Il punto nell’accordo tra il Fronte Nazionale e la First Czech-Russian Bank è capire il tipo di partecipazione dello stato russo nella banca (e quindi, indirettamente, del governo russo nel partito di Le Pen): si tratta però di una questione molto complessa – e soprattutto in questo caso si parla di un prestito, e non di una sovvenzione – e fuori dalle competenze della Commissione nazionale francese che si occupa di controllare i finanziamenti alle campagne elettorali e ai partiti (CNCCFP).
Il leader del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, e lo speaker del parlamento russo, Sergei Naryshkin, durante un incontro a Mosca il 19 giugno 2013. (KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP/Getty Images)