Il coperchio col buco dei bicchieri da caffè
Tutto su un oggetto molto americano – e più complicato di quanto sembri – che comincia a vedersi anche in Italia: a che serve di preciso, intanto? Chi lo ha inventato?
In Italia si vedono ancora poco, tranne forse in certe grandi città del nord, ma li conosciamo bene perché altrove sono popolarissimi e sono praticamente in tutti i film e le serie tv americane: i bicchieroni di carta per il caffè americano o altre bevande calde, come quelli di Starbucks. E siccome questi bicchieri di cartone nascono soprattutto per bere il caffè fuori dal negozio – on the go o to go, il nostro “da portar via” – hanno bisogno di un accessorio fondamentale, al centro di storie e brevetti: un coperchio di plastica da cui si possa bere.
Bere da un contenitore aperto mentre si cammina senza rovesciarsi tutto addosso o senza scottarsi infatti è pressoché impossibile, soprattutto se si tratta di caffè o tè molto caldo. Negli anni Settanta se un cliente di una caffetteria voleva portarsi via il caffè caldo da bere per strada doveva farsi da solo un buco nel tappo di plastica che chiudeva il bicchiere, e bere attraverso quello. Ma questo tipo di manovra era così scomoda che spesso le persone rischiavano di bruciarsi la mano o sbrodolarsi il caffè addosso. Così negli anni Ottanta ingegneri ed esperti di packaging alimentare cercarono di trovare una soluzione al problema, arrivando a un prodotto simile a quello usato adesso: un coperchio di plastica che chiude ermeticamente il bicchiere di carta ma ha un foro dal quale bere comodamente anche camminando.
Il moderno mercato dei coperchi per i bicchieri di caffè è più grande di quanto si possa pensare – si è valutato che nel 2017 arriverà intorno ai 20 miliardi di euro nel mondo – e ha cominciato a svilupparsi proprio allora: quando prese piede nella cultura americana l’idea del caffè da bere lungo la strada per il lavoro o sui mezzi risparmiando tempo.
È impossibile dire con precisione chi sia l’inventore del coperchio da caffè moderno, vista la grande varietà di tipologie diverse sul mercato, ma si può dire che William e Kenneth Dart – della Dart Container Corporation – crearono uno dei primi tappi depositando un brevetto nel 1981 per un disco di plastica con una linguetta da spingere verso il basso, che funzionava come una valvola. Gli inventori la definirono “un appoggio coinvolgente per le labbra”: spingendo con le labbra sulla valvola si rilasciava un sorso di caffè. Quando si finiva di bere, la valvola tornava al suo posto per evitare che uscissero schizzi.
Oggi però la questione dei tappi non riguarda più solo il caffè americano, principalmente grazie al successo di Starbucks: si può scegliere tra bevande diverse e complesse, più o meno liquide o dense, più o meno calde, con strati di latte schiumoso e altri ingredienti. Louise Harpman, un architetto statunitense che con il socio Scott Specht possiede la più grande collezione di coperchi da caffè del mondo, ha detto che il tappo di plastica «è un oggetto difficile da disegnare, perché si deve tener conto di moltissimi criteri diversi». È un oggetto di design notevole per essere così piccolo: è di plastica leggera e malleabile, dev’essere leggero e flessibile ma al tempo stesso deve fissarsi perfettamente a un bicchiere che contiene una bevanda bollente, senza lasciarne uscire nemmeno una goccia. Non deve alterare il contenuto, deve essere disegnato perfettamente non solo per portare la giusta quantità di caffè a chi beve verso il buco di uscita ma deve anche regolare la temperatura, prevenire gli schizzi, preservare l’aroma della bevanda e cercare di mantenere la sensazione di morbidezza della schiuma del latte.
Il tappo Solo Traveler – creato nel 1984 dalla Solo Cup Company, che oggi fa parte della Dart Conteiner Corporation, è il modello utilizzato da Starbucks – è oggi il leader del mercato nel settore, ma non c’è un modello unico per tutti. Harpman spiega che ci sono tantissimi inventori “da giardino, da cucina o da cantina” che cercano di studiare il prossimo coperchio da caffè perfetto. Come il coperchio Viora, completamente riciclabile, disegnato e messo in commercio quest’anno da una società di Seattle, la Vapor Path: gli inventori sostengono che questo tappo mantenga l’aroma e il gusto della bevanda invariati, grazie all’apertura che riprende quella delle tazze di ceramica.
Il coperchio della FoamAroma, inventato da Craig Bailey nel 2007, viene descritto invece come uno dei migliori nella sua categoria da una ricerca commissionata dalla stessa società ma condotta da esperti nel settore. Lo scopo era capire se effettivamente i consumatori si accorgevano di una differenza tra il coperchio della FoamAroma e un coperchio normale: una buona parte di loro hanno trovato differenze rispetto alla qualità del caffè bevuto.
Il coperchio Viora a confronto con un normale coperchio da caffè
Si è arrivati a questo livello di attenzione per i dettagli dopo una serie di piccoli incidenti. Nel 1992 per esempio una donna di nome Stella Liebeck si ustionò aprendo il tappo di un bicchiere di caffè del McDonald’s e fu risarcita con l’equivalente di circa due milioni di euro. Anche per questo motivo oggi i tappi di plastica sono riempiti di avvisi come “attenzione scotta” o “bevanda calda all’interno”. Nei giorni scorsi un giudice di New York, Denis Hurley, ha deciso di autorizzare una causa contro Starbucks: un uomo si è scottato nel novembre del 2011 con il caffè bollente poiché l’impiegato non aveva chiuso bene il tappo sul bicchiere. Il caso verrà discusso nei prossimi mesi. Oggi i baristi di molte caffetterie danno ai clienti il bicchiere senza tappo, lasciando che sia il cliente stesso a posizionarlo nella stessa zona del locale in cui può aggiungere lo zucchero, la vaniglia, eccetera.
Un altro problema dei coperchi per i bicchieri è che non sono particolarmente igienici. Bill Levely ha inventato un adesivo, chiamato Clean Coffee, che va applicato sopra al buco da cui si beve il caffè: serve a evitare il contatto con i germi, che spesso vengono trasmessi dalle mani dei camerieri che prendono in mano i coperchi. Levely, che sta cercando un investitore nel progetto, spiega che questa barriera sanitaria è «il modo più semplice di risolvere il problema» dell’igiene dei coperchi di plastica.
Il video che spiega come si usa il Clean Coffee
Foto di Aurelien Guichard