Chi era Marion Barry
Il leggendario sindaco di Washington degli anni Ottanta e Novanta, morto questa mattina a 78 anni: di lui si raccontano ancora molte storie, dove c'entrano anche crack e tangenti
È morto stamattina a 78 anni Marion Barry, storico sindaco della città di Washington fra il 1979 e il 1999 e attivista per i diritti dei neri. Sebbene non sia ancora chiara la causa della morte, Barry aveva da tempo il diabete e aveva frequenti problemi di pressione (nel 2009, inoltre, subì un trapianto di fegato). Barry aveva da poco pubblicato un’autobiografia ed era ancora attivo in politica: nel 2012 era stato rieletto per la sesta volta al consiglio della città. È ricordato soprattutto per essere stato un politico piuttosto controverso, alla guida di un’amministrazione inefficiente. Nel 1990 – poco prima di partecipare all’elezione per il suo quarto mandato – fu arrestato e condannato a sei mesi per consumo di crack (circola ancora un video dell’irruzione di alcuni agenti dell’FBI nella camera d’albergo dove stava consumando la droga assieme a una ragazza). A sorpresa però, dopo aver scontato sei mesi di carcere, tornò in politica e fu eletto per un ultimo mandato nel 1994.
Barry era nato il 6 marzo 1936 a Itta Bena, nel Mississippi. Era figlio di un contadino – che morì quando lui era bambino – e di una donna che in seguito si trasferì a Memphis e sposò un macellaio. Al college Barry rimase coinvolto nel movimento politico per l’emancipazione dei neri: nel 1960 divenne il primo presidente nazionale della Student Nonviolent Coordinating Committee, e conobbe Martin Luther King. Nel 1965 si trasferì a Washington, dove cominciò a ricoprire cariche politiche minori. Il 9 marzo 1977 fu colpito da un colpo di proiettile durante una sparatoria in un palazzo di Washington attaccato da alcuni musulmani hanafiti, una delle quattro scuole della legge sunnita nella giurisprudenza islamica. Il New York Times scrive che il proiettile «mancò di poco il suo cuore»: Barry si ristabilì in fretta e l’anno successivo si candidò a sindaco della città. Vinse le primarie del Partito Democratico e poi fu facilmente eletto sindaco.
In molti criticarono la sua amministrazione sostenendo che Barry distribuì molte cariche fra i suoi amici e che non seppe gestire i problemi della città. I suoi sostenitori dicono che Washington era una città complicata per via dell’economia fragile e sostenuta dai pendolari – che quindi arrivavano da fuori – e penalizzata dalle concessioni fiscali agli edifici del governo federale. Racconta il New York Times:
Parte dell’amministrazione di Barry ha coinciso con una diffusione epidemica, a livello nazionale, del consumo di crack. Al suo apice, Washington era la città degli Stati Uniti con il più alto tasso di mortalità infantile e di omicidi. Si spacciava droga per strada, apertamente, e i senzatetto dormivano sulle grate delle strade nei pressi della Casa Bianca. Uno studio del 1991 scoprì che il 42 per cento degli uomini di colore di Washington di età compresa fra 18 e 35 era in prigione, in libertà vigilata o in libertà condizionale, rilasciata su cauzione o ricercata dalla polizia.
Nel 1990 Barry fu arrestato per consumo di crack poco prima di annunciare la sua intenzione di candidarsi nuovamente per le elezioni di quell’anno. Si candidò lo stesso da indipendente – da tempo circolava la voce che avesse altre donne oltre a sua moglie e che facesse uso di sostanze stupefacenti – ma perse le elezioni. Fu condannato per possesso di droga e scontò la pena in un carcere della Virginia. Nel 1992, tornato in città, si fece eleggere al consiglio comunale. Due anni dopo si candidò nuovamente a sindaco, e vinse. Raccontando la sua campagna elettorale del 1994, David Remnick, il direttore del New Yorker, ha ipotizzato che il suo strano successo sia derivato dalle sue note debolezze che lo rendevano più umano (più volte, negli anni, frequentò cliniche di disintossicazione) e dall’aver saputo incoraggiare i timori dell’elettorato nero della città con dichiarazioni e atteggiamenti complottisti: ancora nella sua autobiografia, Barry ha sostenuto che «non hanno voluto che creassi tutte quelle opportunità per i neri».
Nel 1995, le spese di Washington erano così eccessive che il Congresso “commissariò” la città: racconta Associated Press che dal 1995 al 1999 gli era rimasta un’autorità che si estendeva poco oltre alla gestione «dei parchi pubblici, delle biblioteche e dell’accesso alla tv statale». Non si candidò per un quinto mandato. Negli anni successivi, da consigliere comunale, ebbe nuovi guai fiscali e ammise di avere accettato delle tangenti da alcuni costruttori locali. Nel 2014 è stato ricoverato per alcune settimane per via di un’infezione.
foto: JOSHUA ROBERTS/AFP/Getty Images