In Tunisia si elegge il nuovo presidente
Sono le prime elezioni presidenziali democratiche della storia del paese: il candidato favorito è il leader della coalizione laica che ha vinto le parlamentari di ottobre
Domenica 23 novembre in Tunisia si vota alle prime elezioni presidenziali democratiche della storia del paese. In tutto ci sono più di trenta candidati: se nessuno di loro riuscirà ad ottenere il 50 per cento più uno dei voti si terrà un ballottaggio tra i due più votati il prossimo 31 dicembre. Dal 1956 – quando ottenne l’indipendenza dalla Francia – e fino al 2011 – quando fu deposto l’ex presidente Zine El-Abidine Ben Ali a seguito delle proteste della cosiddetta “Primavera araba” – la Tunisia ha avuto soltanto due presidenti. Habib Bourguiba, dal 1957 al 1987, e Zine El-Abidine Ben Ali, che ha lasciato l’incarico nel 2011, scappando dalla Tunisia. Oggi i seggi sono aperti dalle 8 di mattina e chiuderanno alle 18.
Il candidato favorito alle elezioni presidenziali è Beji Caid Essebsi, che compirà 88 anni la prossima settimana. Essebsi è uno dei principali leader di Nidaa Tounes (Appello della Tunisia), una coalizione di partiti laici che ha vinto le elezioni parlamentari dello scorso 26 ottobre. Nidaa Tounes ha ottenuto 86 seggi, battendo il partito che aveva ottenuto la maggioranza nella precedente assemblea costituzionale, il partito islamico moderato Ennahda, che si è fermato a 69 seggi. In tutto il parlamento tunisino è formato da 217 seggi. Ennahda ha riconosciuto il risultato delle scorse elezioni e la Tunisia, secondo diversi osservatori, è attualmente l’unico paese arabo al mondo con un regime democratico (una definizione su cui però non tutti sono d’accordo).
Essebsi, scrive il New York Times, è apprezzato da molti tunisini per la sua lunga esperienza (è già stato più volte ministro e ambasciatore) e per la sua moderazione su diversi temi. Alcuni ritengono che se non fosse stato per la sua influenza, la transizione tra il regime autoritario di Ben Ali e la successiva democrazia sarebbe stata ben più violenta. Molti altri, però, sottolineano che Essebsi è una figura molto legata al vecchio regime e che ha ricoperto incarichi istituzionali sotto entrambi i presidenti autoritari della storia del paese. Anche il suo partito comprende molti personaggi legati al vecchio regime di Ben Ali.
I moderati islamisti di Ennahda hanno deciso di non presentare un loro candidato alle presidenziali e di concentrarsi sull’attività parlamentare. Gli islamisti non appoggiano ufficialmente alcun candidato, ma i loro voti sono parecchio contesi. Uno dei candidati che hanno più probabilità di intercettarli è il presidente uscente Moncef Marzouki, ex dissidente politico sotto la dittatura, accademico e attivista per i diritti umani. Marzouki fu eletto presidente ad interim dall’assemblea costituente poco dopo la rivoluzione del 2011 e da allora il suo partito, il Congresso della repubblica (che oggi ha quattro deputati), è rimasto alleato degli islamisti moderati.
Alle elezioni si è candidata anche Kalthoum Kannou, l’unica donna candidata presidente alle elezioni di domenica. Kannou, 55 anni, è un giudice della Corte di cassazione, il tribunale più importante del paese ed è la figlia di uno storico leader sindacale del paese che contribuì all’indipendenza del paese dalla Francia. Kannou è considerata una figura politicamente indipendente e nel 2011 era tra i possibili candidati alla carica di presidente ad interim (carica che poi venne assegnata a Marzouki).