Dentro le finestre degli altri
Gail Albert Halaban ha fotografato – con il loro consenso – decine di persone nelle loro case, come se le avesse spiate dalla finestra
Gail Albert Halaban è una fotografa statunitense nata nel 1970, nota soprattutto per le sue fotografie di grande formato di donne, ambienti urbani e paesaggi voyeuristici. Nel 2006, infatti, quando si trasferì a New York, decise che voleva scoprire la città osservando i suoi abitanti nell’intimità delle loro case: nacque così l’idea di Out my Window, una serie fotografica che mostra gli appartamenti di decine di newyorkesi visti dall’esterno. Le fotografie di Gail Albert Halaban giocano su più livelli: i protagonisti dei suoi scatti, infatti, sono le finestre, ma anche le persone all’interno e il contesto urbano che fa da sfondo alle scene.
Halaban ha fotografato queste persone con il loro consenso, cercando sull’elenco telefonico i numeri che corrispondevano alle finestre che le sarebbe piaciuto fotografare: le sue foto, che sembrano a tutti gli effetti un’incursione nell’intimità e nello spazio privato di questi soggetti, sono in realtà costruite attentamente, cercando l’illuminazione giusta e usando obiettivi che producano un visione simile a quella che si ha di solito guardando fuori dalla finestra. Come racconta la fotografa:
Ho spiato i miei vicini di casa. Questa cosa è andata avanti per anni. L’appartamento di Manhattan in cui sono cresciuta si affacciava su centinaia di finestre, ognuna delle quali offriva il proprio spettacolo. Da bambina, durante le notti che precedevano il Natale, avrei passato ore a osservare queste finestre, contando quante erano state decorate con delle luci. Negli anni Settanta e Ottanta passavamo la Pasqua ebraica sbirciando dalla finestra della nostra sala da pranzo nella casa di un’altra famiglia dall’altra parte della strada, qualche piano più sotto. Anno dopo anno quella famiglia era lì, la loro casa splendeva per le candele e l’argento, un pezzo costante della nostra sacra tradizione. Non abbiamo mai saputo i loro nomi o scambiato una parola con loro. Ma ciò che sapevamo di sicuro, ma di cui non abbiamo mai parlato, era che anche loro e gli altri vicini osservavano noi. Tuttavia, ammettere questa cosa sarebbe stato mortificante. Anche adesso ho difficoltà ad ammettere di “aver osservato”.
Gail Albert Halaban ha poi realizzato un progetto simile sulle finestre di Parigi: i lavori, che possono essere visti sul sito della fotografa, sono stati pubblicati in due libri.