Le 9 persone più ricercate per crimini contro l’ambiente
Nella lista diffusa dall'Interpol c'è anche un italiano: sono accusati di traffico di giraffe e avorio, smaltimento di rifiuti tossici e cose simili
All’inizio di questa settimana l’Interpol – “Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale”, l’ente che si occupa di contrastare il crimine internazionale – ha diffuso la lista delle nove persone più ricercate al mondo per crimini ambientali. I crimini ambientali sono molto vari – ci sono per esempio il bracconaggio finalizzato al commercio di avorio estratto dal corno del rinoceronte e il disboscamento illegale – e spesso hanno carattere transnazionale, ovvero vengono compiuti in diversi paesi. L’Interpol ha stimato che questo tipo di crimini raggiunge un giro d’affari dal valore compreso tra i 70 e i 213 miliardi di dollari all’anno (PDF, pagina 4).
Nella lista diffusa dall’Interpol ci sono persone provenienti da tutto il mondo: tre europei (tra cui l’italiano Adriano Giacobone), tre africani, due asiatici e un latinoamericano. Dentro ogni foto ci sono scritti i crimini di cui sono accusati i ricercati della lista Interpol.
All’inizio del 2014 un rapporto congiunto (PDF) tra Interpol e UNEP (il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) aveva collegato i profitti provenienti dai crimini ambientali ad alcune milizie estremiste, come l’Esercito di resistenza del Signore in Uganda e al Shabaab in Somalia. Secondo alcune fonti riportate dal Guardian, tra i ricercati della lista dell’Interpol ce ne sono alcuni che hanno legami diretti con dei gruppi terroristici: quest’informazione, comunque, non è stata confermata dall’Interpol.
Per molto tempo i crimini ambientali non sono stati considerati reati da parecchi paesi del mondo. Andreas Andreou, un funzionare dell’intelligence che lavora nell’unità dell’Interpol che si occupa di crimini ambientali, ha detto che questo tipo di attività «coinvolge organizzazioni criminali che trafficano droga, armi e persone. Se un bracconiere ha bisogno di pistole, per esempio, ecco che abbiamo il reato di bracconaggio che si incrocia con quello del traffico di armi». Spesso anche le “rotte” dei reati si sovrappongono: per esempio il traffico illegale di avorio si può sviluppare lungo le stesse direttrici del traffico di armi. Le difficoltà che le autorità devono affrontare per interrompere questo tipo di traffici sono diverse: dipendono dalla complessità dei reati e dal problema di coordinare le forze di polizia di paesi diversi.