Bill Cosby e gli abusi sessuali
Il protagonista di una delle serie tv più popolari di sempre è di nuovo coinvolto in grandi polemiche per alcune accuse di violenze sessuali, di cui si parla da almeno 10 anni
L’attore Bill Cosby – conosciuto soprattutto per I Robinson, una delle più note serie televisive statunitensi degli anni Ottanta – è da alcune settimane al centro di numerose polemiche legate ad alcune accuse di stupro e abusi sessuali: è una storia di cui negli Stati Uniti si parla da diversi anni, dato che le prime accuse risalgono al 2004. Complessivamente, in dieci anni, 13 donne hanno sostenuto di aver subito abusi sessuali da parte di Cosby in diverse occasioni: alcune di loro hanno detto di essere state drogate a loro insaputa prima delle violenze. Se ne riparla più intensamente adesso dopo la pubblicazione sul Washington Post di un articolo scritto da una delle 13 donne, Barbara Bowman, oggi sposata e madre di due figli, e dopo che il comico newyorkese Hannibal Buress, durante un suo spettacolo a Philadelphia (Cosby è di Philadelphia), il mese scorso si è riferito a queste accuse definendo pubblicamente Cosby uno “stupratore”.
Cosby oggi ha 77 anni, è sposato da oltre 50 anni e ha 4 figlie. Fu accusato formalmente di violenza sessuale in una sola occasione, nel 2004, da Andrea Constand, ma si accordò con la controparte per una cifra in denaro mai rivelata. In passato si è difeso da questo genere di accuse smentendone alcune e sostenendo, in altri casi, che “le parole e le azioni possono essere male interpretate”. A settembre, in occasione dei trent’anni dalla trasmissione della prima puntata dei Robinson, è uscita una sua corposa biografia scritta dall’ex direttore di Newsweek Mark Whitaker, in cui non si fa alcun riferimento a queste accuse.
Diversi commentatori ritengono che la carriera artistica e l’immagine pubblica di Cosby non siano state fondamentalmente alterate da queste accuse, o perlomeno non quanto ci si aspetterebbe che accada quando si parla di accuse di violenze sessuali. Nel 2011 Cosby ha vinto il premio “Marian Anderson Award”, un riconoscimento riservato ad “artisti acclamati dalla critica, che hanno avuto un impatto positivo sulla società sia attraverso il loro lavoro sia il loro sostegno per cause importanti”. Cercando di motivare le reticenze di molti a credere alle accuse dell’ultimo decennio, il sito Gawker scrive: “Fondamentalmente, nessuno vuole vivere in un mondo in cui Bill Cosby sia uno stupratore”.
Le prime accuse
Nel novembre del 2002, Andrea Constand, direttrice operativa della squadra di basket femminile della Temple University di Philadelphia, partecipò a un incontro con Bill Cosby. Pur trovandosi in una fase discendente della sua carriera artistica, Cosby era ancora un personaggio popolarissimo, tanto più a Philadelphia. Si avvicinò molto a Constand, offrendosi come suo mentore, disse poi Constand, che – secondo la sua accusa – nel gennaio del 2004, durante una visita di lei a casa di lui a Cheltenham, in Pennsylvania, subì palpeggiamenti e abusi da parte di Cosby, dopo essere stata sedata con alcuni preparati a base di erbe. Constand denunciò Cosby alle autorità canadesi nel gennaio 2005, dopo essersi trasferita a Toronto. Gli avvocati di Cosby definirono quelle accuse “assolutamente assurde” e “chiaramente bizzarre”.
A febbraio, in seguito alle prime indagini negli Stati Uniti (alle quali Cosby collaborò), il procuratore distrettuale della Pennsylvania annunciò che, per mancanze di prove, non ci sarebbe stata alcuna azione penale contro Cosby. Ma a marzo gli avvocati di Constand per le presunte violenze da lei subite chiesero un risarcimento di almeno 150mila dollari. Nelle carte processuali furono riportate da parte dell’accusa le testimonianze anonime di 13 donne che dicevano di aver subito abusi sessuali da parte di Cosby fin dagli anni Settanta. Intanto, un’avvocato della California, Tamara Green, era stata intervistata dal giornalista Matt Lauer e durante il programma televisivo “The Today Show” su NBC aveva detto di aver subito violenze da Cosby negli anni Settanta. Cosby negò di conoscerla.
Beth Ferrier e le altre
Nei mesi successivi alla causa di Constand contro Cosby, alcune testimoni rivelarono la loro identità e riferirono alcuni dettagli riguardo gli abusi subiti. Beth Ferrier, che ebbe una relazione con Cosby durante gli anni Ottanta, disse di aver chiuso quella relazione dopo esser stata drogata da Cosby a sua insaputa ed essersi risvegliata parzialmente svestita. A novembre 2006, intanto, Cosby patteggiò con Constand e la causa terminò dopo che Cosby pagò una somma di denaro di cui non è mai stato rivelato l’importo. Non si rese quindi necessaria la testimonianza di nessuna delle 13 donne i cui presunti abusi erano stati riferiti dall’accusa.
In un’intervista al magazine Philadelphia, tuttavia, una di loro, Barbara Bowman, disse di esser stata aggredita da Cosby in una stanza d’albergo ad Atlantic City. “Mi gettò sul letto, mi mise l’avambraccio sul collo e intanto cercò di svestirmi e di spogliarsi. Ricordo ancora il suono della sua cintura. E intanto io urlavo e piangevo e lo pregavo di smettere”, disse Bowman. A dicembre 2006 quella storia fu ripresa dal magazine People, che fornì ulteriori dettagli riguardo altri abusi subiti da Bowman in quel periodo. Bowman sostenne, tra le altre cose, di essere stata drogata da Cosby in una circostanza. In quell’articolo di People c’era scritto che tre delle 13 testimoni della causa Constand, negli anni precedenti, avevano accettato dei soldi da parte di Cosby pur di non rendere pubbliche le relazioni. Altre due avevano poi avuto con lo stesso Cosby delle relazioni consensuali più o meno lunghe.
L’articolo di Barbara Bowman
Giovedì 13 novembre, in seguito alle nuove attenzioni mediatiche sulle accuse contro Cosby, Barbara Bowman, che oggi ha 46 anni, ha raccontato al Washington Post la storia delle violenze subite negli anni Ottanta, in un articolo intitolato “Bill Cosby mi ha violentata. Perché ci sono voluti 30 anni perché le persone mi credessero?”. “Cosby ottenne la mia fiducia quando ero un’aspirante attrice di 17 anni, nel 1985, mi fece il lavaggio del cervello spingendomi a vederlo come una figura paterna, e quindi mi aggredì in più occasioni”, scrive Bowman. La volta che Cosby cercò di violentarla ad Atlantic City, ha spiegato che lei riuscì a divincolarsi e a scappare: provò quindi a raccontare quello che era successo, ma un avvocato – che le era stato consigliato da una sua amica – la accusò di essersi inventata tutto. Quindi lei si convinse che nessuno avrebbe creduto alla sua storia e non andò dalla polizia. “Ero una teenager di Denver comparsa in una pubblicità di McDonald. Lui era Bill Cosby”, sintetizza Bowman.
“Sebbene io sia grata per le nuove attenzioni riguardo i crimini di Cosby, devo fare queste domande: perché io non sono stata creduta? Perché io non ho ottenuto le stesse reazioni di shock e repulsione quando raccontai tutto la prima volta?”, scrive Bowman.
I meme contro Cosby
Lunedì 10, tramite il suo account Twitter, Bill Cosby ha invitato i suoi follower a pubblicare dei meme che avessero lui come protagonista. “Twittare ‘Avanti, fate dei meme su di me!’ raramente è una buona idea, ma è particolarmente stupido quando sei una celebrità accusata di aver violentato 13 donne”, ha scritto Vulture. Ne è sorto uno hashtag molto popolare – #CosbyMeme – in cui l’immagine di Cosby viene affiancata a una serie di affermazioni riguardo le accuse contro di lui.
Bill Cosby asks the Internet to “meme” him, Twitter responds with rape allegations http://t.co/j3evWYUlzj #CosbyMeme pic.twitter.com/EO80Oi93hC
— New York Magazine (@NYMag) 11 Novembre 2014
#CosbyMeme Oh Boy! pic.twitter.com/5shOSuH74c
— E.J. Coughlin (@ejc) 10 Novembre 2014
.@russbengtson @BillCosby Top of the mornin to ya. pic.twitter.com/O09sZYbUQJ
— Pete Forester (@pete_forester) 10 Novembre 2014
Foto: Victoria Will/Invision/AP