Gli attacchi aerei contro i leader dell’IS
Due governatori provinciali dello Stato Islamico sarebbero stati uccisi in Iraq: è la prima volta che gli aerei americani riescono a colpire i vertici del gruppo
Nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 novembre un attacco aereo americano ha colpito un convoglio dello Stato Islamico (IS) a bordo del quale erano presenti diversi leader del gruppo. Si è trattato della prima volta dallo scorso giugno – cioè da quando sono cominciati gli attacchi aerei americani contro l’IS – che ad essere colpiti sono stati i leader del gruppo stesso. Secondo alcune indiscrezioni citate dal New York Times, a bordo del convoglio era presente anche il leader dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, che lo scorso luglio si è autoproclamato “califfo”, cioè successore del profeta Maometto e leader della comunità islamica. Funzionari americani e iracheni non hanno potuto confermare se al-Baghdadi fosse presente a bordo del convoglio.
C’è incertezza anche sul luogo dove è stato compiuto l’attacco. Secondo alcuni funzionari del dipartimento della Difesa, l’attacco sarebbe avvenuto vicino a Mosul, la seconda città dell’Iraq per dimensioni che si trova nel nord del paese. Fonti ufficiali dell’esercito iracheno hanno invece detto che l’attacco sarebbe avvenuto vicino a Qaim, una città che si trova nella provincia di Anbar, circa 250 chilometri più a sud di Mosul. Per il momento questa discrepanza di informazioni non è ancora stata spiegata. Nell’attacco dieci veicoli dello Stato Islamico sono stati distrutti.
Fonti irachene hanno detto che nell’attacco sono stati uccisi il governatore (o “wali”) della provincia di Anbar, Abu Muhannad al-Sweidawi, e quello della provincia di Deir al-Zour, in Siria, Abu Zahra al-Mahamdi. Il New York Times ha scritto che anche altre fonti hanno confermato la morte dei due leader. L’attacco aereo potrebbe essere stato quindi un grosso successo in una campagna fino ad ora piuttosto complicata.
La maggior parte degli analisti è concorde nel dire che l’unico modo per sconfiggere definitivamente le milizie dello Stato Islamico è un’efficace azione di terra. Al momento, però, né in Siria né in Iraq sembra essere presente una forza militare abbastanza forte da portare avanti una simile operazione. Anche per questo motivo, venerdì 7 novembre il governo americano ha autorizzato l’invio di altri 1.500 soldati in Iraq che si aggiungeranno ai 1.600 militari già presenti con scopi di coordinamento e addestramento dell’esercito iracheno e delle milizie curde.