Gli scontri a Bruxelles
Mentre circa 100mila persone protestavano contro le politiche di austerità del governo, un cospicuo gruppo di violenti ha incendiato auto e lanciato pietre contro la polizia
Giovedì circa 100.000 persone hanno partecipato a una manifestazione a Bruxelles, in Belgio, per protestare contro i piani del governo che intende applicare nuove politiche economiche di austerità. Il corteo ha marciato pacificamente per le vie principali della città, ma a causa di un cospicuo gruppo di violenti ci sono state forti tensioni e scontri con la polizia. I manifestanti hanno incendiato alcune automobili e lanciato pietre verso gli agenti, che hanno risposto con cariche, gas lacrimogeni e l’utilizzo di idranti per disperdere la folla. Almeno 50 persone sono rimaste ferite e 30 sono state fermate dalla polizia. Le violenze hanno reso meno evidente il successo della manifestazione, una delle più grandi mai organizzate in Belgio dal secondo dopoguerra.
I manifestanti hanno chiesto al governo di rivedere le sue politiche economiche per uscire dalla crisi. Il piano attuale prevede un aumento dell’età pensionabile, una sospensione all’aumento degli stipendi nel pubblico e diversi tagli allo stato sociale. Secondo i sindacati, in questo modo il governo colpisce i lavoratori e i disoccupati senza chiedere sacrifici ai più ricchi. La manifestazione era stata annunciata da tempo ma non ci si aspettava una simile partecipazione.
Il governo negli ultimi giorni ha comunque provato ad avviare una serie di mediazioni, incontrando sia i rappresentanti dei lavoratori sia quelli degli imprenditori. Le possibilità di trovare nuovi accordi sono però molto limitate: il governo dice di essere costretto ad applicare misure di austerità per rimanere entro i parametri economici fissati dall’Unione Europea per quanto riguarda il debito pubblico, e che al tempo stesso deve ridurre le tasse alle imprese per permettere loro di competere meglio con la concorrenza internazionale.
L’attuale governo è sostenuto da una coalizione di centro-destra formata dall’Alleanza Neo-Fiamminga, dai Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti, dai Cristiano-Democratici e Fiamminghi e dal Movimento Riformatore. È il primo governo da diversi anni ad avere un programma condiviso sulla necessità di aprire e liberalizzare di più il mercato, nella speranza di rilanciare l’economia.
I sindacati sono contrari all’aumento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni, al congelamento del sistema di aumenti degli stipendi legato al calcolo dell’inflazione e al taglio nei servizi pubblici. La manifestazione di giovedì è stata solo la prima di una lunga serie di iniziative organizzate fino a metà dicembre, quando è prevista un’intera giornata di sciopero nazionale che interesserà buona parte delle categorie.