Brittany Maynard è morta
La ragazza americana con un grave tumore al cervello si è suicidata, come aveva annunciato e spiegato in un video visto milioni di volte online
Brittany Maynard è morta sabato sera: lo ha fatto sapere la famiglia della ragazza americana di 29 anni a cui lo scorso Capodanno era stato diagnosticato un cancro al cervello, e che aveva deciso di procedere al suicidio medicalmente assistito. Brittany Maynard è morta «come voleva, pacificamente nella sua camera a Portland, tra le braccia delle persone che amava», grazie a una serie di farmaci appositamente prescritti dal suo medico. Maynard, che viveva a San Francisco, aveva spostato la sua casa e la sua residenza a Portland, in Oregon, uno dei pochi stati americani che permettono il suicidio assistito, dove era stata dichiarata idonea. Aveva un tumore al cervello, lo scorso aprile i medici le avevano dato sei mesi di vita.
La sua storia è diventata famosa in tutto il mondo grazie a un video che Maynard ha girato e ha diffuso online a settembre insieme all’organizzazione “Compassion and Choices”, e che è stato visto decine di milioni di volte online.
La stampa americana dice che prima di suicidarsi Maynard ha pubblicato questo messaggio su Facebook:
«Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità a fronte della mia malattia terminale, di questo terribile cancro al cervello che si è preso così tanto di me, e che si sarebbe preso ancora di più. Il mondo è un posto bellissimo, i viaggi sono stati i miei più grandi maestri, i miei amici e la mia gente sono i più generosi. Ho tante persone attorno a me persino adesso, mentre scrivo… Addio mondo. Diffondete energie positive. Fate del bene agli altri!»
Maynard nel video spiegava di voler morire il primo novembre, nella sua camera a Portland, Oregon, circondata dalla famiglia – sua madre e il suo patrigno, suo marito e il suo migliore amico, che è un medico. Aveva detto di voler aspettare dopo il compleanno del marito, che era il 26 ottobre, raccontando che stava ogni giorno peggio, tra dolore e convulsioni. Nessuna cura le avrebbe salvato la vita, le cure palliative avrebbero compromesso la sua capacità di parlare, ricordare o controllare il suo corpo. «Dopo mesi di ricerche, insieme alla mia famiglia ho raggiunto una straziante conclusione» aveva scritto. «Non esiste una cura che mi salvi la vita, e le cure consigliate avrebbero distrutto il tempo che mi era rimasto».
Il Brittany Maynard Fund, la fondazione intitolata a Maynard, ha diffuso un lungo necrologio, che alla fine dice:
Brittany ha scelto di prendere la decisione – meditata e informata – di morire con dignità, di fronte a una malattia così terribile, dolorosa e incurabile. Si è trasferita in Oregon per morire in una piccola casa gialla che ha scelto nella bella città di Portland. L’Oregon è un posto che si batte per proteggere i diritti e l’autonomia dei pazienti; lei aveva sperato che anche il suo stato originario, la California, potesse garantire ai malati terminali lo stesso tipo di scelta. Brittany ha scelto di parlare a tutti e difendere questa opzione e questo diritto dei pazienti, che lei riteneva una scelta consapevole che dovrebbe essere concessa ai malati terminali di tutto il nostro grande paese. “La libertà è nella scelta”, credeva. “Se l’opzione di Morire con Dignità non convince una persona per una qualsiasi ragione, può semplicemente scegliere di non farlo. Questo tipo di protezioni ci sono già.” Con molto riguardo, ha dato interviste personali al Tonight Show britannico prima che la questione della morte con dignità fosse discussa dal loro Parlamento, e ha anche partecipato a una campagna americana per l’educazione e la legislazione sulla morte con dignità. (…) Nonostante abbia a lungo desiderato dei bambini, lascia questo mondo senza rimpianti riguardo al tempo speso, ai posti in cui è stata o alle persone che ha amato nei suoi 29 anni. In questo messaggio finale, ha voluto esprimere una nota di profondo ringraziamento a tutti i suoi amici, belli, intelligenti, meravigliosi e di supporto, che ha “cercato come l’acqua” durante la sua vita e la sua malattia, per comprensione, sostegno, e per le esperienze condivise di una vita meravigliosa.. “Sono le persone che si fermano per apprezzare la vita e per ringraziare, quelle che sono più felici. Se cambiamo le nostre idee, cambiamo il mondo! Pace e amore a voi tutti” – Brittany Maynard
Pochi giorni fa Brittany Maynard aveva diffuso un nuovo video, dove spiegava di non aver cambiato idea sul suicidio medicalmente assistito ma che forse avrebbe aspettato ancora un po’. «Mi sento ancora abbastanza bene e sono ancora abbastanza felice e continuo a ridere e a sorridere con la mia famiglia e gli amici», aveva detto, sebbene le condizioni di salute continuassero a peggiorare di settimana in settimana. Nel video descriveva un momento degli ultimi giorni definito “terrificante”, quando non era stata in grado di dire il nome di suo marito. «Penso che a volte le persone mi guardino e pensino, “beh, non sembri malata come dici di essere”: questo fa male, perché quando ho un attacco e non posso parlare, di certo mi sento malata nella stessa misura in cui lo sono». Come diceva lei stessa nel video, una delle paure più grandi di Maynard era proprio aspettare troppo tempo a procedere con il suicidio medicalmente assistito.
Nell’ultimo video diffuso parlano anche la madre e il marito di Maynard. La prima, Debbie Ziegler, dice: «Non è compito mio dire come deve vivere e non è compito mio dire come deve morire. Devo solo darle il mio amore mentre attraversa tutto questo». Suo marito, Dan Diaz, dice che lui e Brittany stavano prendendo quello che viene giorno dopo giorno: «Questo è l’unico modo che abbiamo per affrontarlo. Lasci da parte le cose materiali, tutte le sciocchezze a cui tutti sembrano essere attaccati come società. E capisci che sono questi i momenti che davvero contano».